10
luglio 2003
ANSA
ELTON JOHN, LEGGENDA AL TAORMINA
In cinque mila al primo dei due show italiani
TAORMINA,10 LUG- Elton John, intramontabile leggenda del pop e del rock, ha incantato i 5 mila fortunati che hanno assistito al suo concerto al Teatro Greco di Taormina. Con una delle sue piu' belle canzoni, 'Your Song' il 56enne cantante britannico, cento milioni di dischi venduti in oltre 30 anni di carriera, ha dato il via alla lunga scaletta per il primo dei due show italiani (l'altro il 15 luglio a Lucca). Accompagnato solo dal pianoforte o sostenuto da basi pre-registrate, ha emozionato il suo pubblico.
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da
GAZZETTA
DEL SUD dell'11.07.03
Sir Elton John conquista Taormina
di Patrizia Casale
TAORMINA – Un colpo d'occhio, Teatro Antico gremito, le luci, il pubblico in attesa febbrile e finalmente alle 21.15 il concerto comincia, con un lungo applauso. La scena è semplice ma di classe. Palcoscenico grigio, pianoforte nero quasi al centro e provvidenziale ventilatore accanto. Look sobrio ma elegante, pantalone e giacca blu, immancabili occhiali. Un saluto al pubblico di Taormina ed è subito musica. Il brano di apertura è «Your song». Un brivido scuote il Teatro Antico. Il pubblico prende ancora posto. Poi è una interminabile serie di brani che hanno segnato la storia della musica pop. Tra i vip annunciati riconosciamo Santo Versace, Marina Berlusconi e Abbas Kiarostami (prossimo ospite della rassegna di Taormina Arte il 13 e 14 luglio con il suo primo lavoro teatrale «Ta'ziye». Presenti anche il presidente della Regione Siciliana Cuffaro ed altri esponenti della giunta. Tra gli ospiti annunciati era stato fatto il nome di Baglioni, ma chi sperava di vederlo è rimasto deluso (anche se durante la performance del “baronetto” il passaparola segnalava la presenza del fantomatico cantautore). Quanto all'attesa, tutto si è svolto come previsto. Proveniente da Nizza Elton John ieri è atterrato a Catania alle 17.40 con un aereo privato. Ad attenderlo tre Mercedes blu, noleggiate per l'occasione dalla First Class. Ha viaggiato «comodo» Elton, indossava una tuta rossa e con sé aveva solo alcuni borsoni, del resto, nella Perla dello Jonio, ha fatto toccata e fuga. Due auto della Polizia e una della Polstrad lo hanno scortato fino a Taormina. Il suono delle sirene – avrebbe detto – lo infastidiva. Quindi, finalmente, è arrivato in albergo per riposarsi nella suite dove ha trovato ciò che aveva richiesto a partire dalla climatizzazione a 18 gradi. Asciugamani, frutta, fiori (con esclusione di crisantemi, gigli e margherite), birra non alcolica, piatti di porcellana, bicchieri di cristallo e altri optional. Intanto un pubblico soprattutto adulto, proveniente da ogni dove, iniziava lentamente a fare ingresso in teatro. L'evento cominciava così. Per assistere al concerto di Elton John, per il cui cachet si parla di 400 mila euro, sono giunte a Taormina circa 4.500 persone. In fila, allo scopo di aggiudicarsi i posti migliori che, nonostante non siano numerati, costano 60 euro (quelli della platea 120), ieri sera c'erano molte coppie sui quarant'anni, la maggior parte delle quali provenienti da varie località siciliane e anche da Malta. Come Aurora, 35 anni di Catania che già dalle 18 attende con quattro amici l'apertura dei cancelli. Simona e Rossana, due amiche trentenni, vengono invece da Agrigento: «Siamo qui per questo evento particolare» dicono le due amiche che hanno dormito a Giardini Naxos e e resteranno in zona per un lungo weekend. «Amiamo Elton da sempre» dicono Raffaele, 50enne di Catania, Antonella di Mazara del Vallo, Mariaconcetta e Sandro di Gela, che visto il prezzo del biglietto si accontenteranno di quattro posti in “piccionaia”. Finito il concerto, sono tornati a casa, a Catania, Linda, cardiologa di 38 anni e Stefano, commercialista di 32, per i quali Elton John è «un artista che ha regalato al mondo canzoni memorabili». Sono sposati da 18 anni, invece, Angela di Ragusa, e Dale, americano di Seattle, entrambi 38enni. Per Angela questa è stata la prima volta ad un concerto di Elton John, mentre Dale dice: «L'ultima volta che l'ho visto è stato al Wembley Stadium di Londra. Torniamo a casa perché i nostri due bambini ci aspettano. Ma non volevamo mancare a questo storico evento». E c'è anche una simpatica coppia di amiche inglesi, Francesca e Wendy, che risiedono a Malta, giunte a Taormina per ascoltare il loro beniamino. «Assistere al suo concerto – dicono – è un'occasione anche per trascorrere quattro giorni a Taormina». Quello in Sicilia è stato il primo dei due concerti italiani. Il 15 luglio Elton si esibirà al «Summer Festival» di Lucca.
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Elton John incanta
il pubblico del Teatro Greco
Con
una delle sue
più belle canzoni, "Your Song", il
cinquantaseienne
cantante britannico ha dato il via alla lunga
scaletta
dedicata
a coloro che sono riusciti ad accaparrarsi i
biglietti
per il
primo dei due show italiani (l'altro il 15 luglio a Lucca).
Elton John, intramontabile leggenda del pop e del rock, ha incantato ieri sera i 5 mila fortunati che hanno assistito al suo concerto al Teatro Greco di Taormina, e cominciato alle 21,15, un quarto d'ora in anticipo rispetto al previsto. Con una delle sue più belle canzoni, 'Your Song' il cinquantaseienne cantante britannico, cento milioni di dischi venduti in oltre 30 anni di carriera, ha dato il via alla lunga scaletta dedicata a coloro che sono riusciti ad accaparrarsi i biglietti (130 euro per la platea 60 per le gradinate) per il primo dei due show italiani (l'altro il 15 luglio a Lucca). Accompagnato, in alcuni brani, solo dal pianoforte, in altri invece sostenuto da basi pre-registrate, Elton, completo blu elettrico con bizzarri alamari bianchi ricamati sulle maniche, t-shirt girocollo nera e occhialetti scuri (scelti tra le centinaia della sua famosa collezione) ha emozionato il pubblico anche se in alcuni momenti la sua voce è sembrata lontana da quella dei tempi d'oro. Brividi e silenzio religioso con 'Rocket man'. La voce forse non è al suo massimo e l'acustica non è delle migliori, ma Reginald Kenneth Dwight riesce comunque a coinvolgere. È solo sul palco tra gli archi dell'antico teatro, illuminati da piccole sfere bianche, e il mare di accendini accesi sulle gradinate. Si riparte con il ritmo di 'Standing', seguita da 'Ticking', del 1973, «sulla violenza in America che, spiega Elton John - dopo 30 anni purtroppo è ancora attuale». La cavalcata prosegue con il classico «Tiny Dancer» e «I want love», tratta dal recente album «Songs from the west coast». E poi «Sacrifice» e il rock di 'Philadephia freedom«. Di tanto in tanto Elton beve una bibita, si alza per sgranchirsi le gambe e ringraziare il pubblico con inchini un pò impacciati, sputa perfino in un secchiello per champagne. Con »Candle in the wind«, la canzone più venduta di tutti i tempi, il teatro si trasforma in una cattedrale illuminata da centinaia di piccole luci, che si riflettono negli occhi lucidi di molti. Poi, a sorpresa un classico degli anni '60, la celebre »Moon river« di Henry Mancini, tema di »Colazione da Tiffany«. Le quasi tre ore di concerto proseguono con la bellissima »Sorry seems to be the hardest word«. Con due pezzi strumentali, »Carla« e »Etude«, tratti dall'album »The fox« Elton fa riposare la voce. Pausa che gli consente di ripartire con »Benny and the jazz«, brano in cui esprime al meglio il suo virtuosismo come pianista. Tanto che a questo punto la pop star si lancia in un irresistibile boogie woogie che fa »crollare« il teatro. Il finale si accende con »Crocodile Rock«. Per il bis, Elton John cambia abito e torna sul palco con una tuta da ginnastica rossa per i due brani finali »Don't let the sun« e »Circle of life«. Nel parterre dei vip, anche Marina Berlusconi con suo marito
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da Il CORRIERE DELLA SERA del 12.07.03
Elton John, 165 minuti di "one man show" in una serata da piano bar
di Mario Luzzato Fegiz
Sono molte le particolarità del concerto di Elton John, che gira e girerà a lungo l'Europa e l'altra sera ha toccato il prezioso Teatro Greco di Taormina (l'artista non aveva mai suonato in Italia più a sud di Roma) e approderà il 15 al Summer Festival di Lucca. Anzitutto la durata: 165 minuti, inusuali per un one man show. Poi il prezzo dello spettacolo: 400 mila euro, compresi i costi di intermediazione. Cachet elevatissimo, se non record, per un'esibizione solistica senza band ne apparato scenico. E infine il vezzo di iniziare con teutonica puntualità o addirittura con 10 minuti di anticipo come è accaduto qualche sera fa a Malta. Elton John mette insieme nello spettacolo una serie di classici: apre con Your Song e chiude con Circle Of Life, passando attraverso Rocket Man, Sacrifice, Candle In The Wind, Crocodile Rock. E fin qui saremmo nella buona routine. In realtà Elton John va molto più in là, rilegge (dedicandola ieri sera ad Antonio D'Amico , il compagno di Gianni Versace) in maniera stupefacente Moon River, si cimenta in lunghissime appassionanti introduzioni o addirittura brani strumentali (come Carla e Etude), si mostra pure un gran maestro di blues in tantissime canzoni (in Honky Cat arriva addirittura a dare un saggio di virtuosismo bluegrass). Insomma uso ampio e spregiudicato del pianoforte (anche per risparmiare la voce). Tuttavia il pianoforte da solo non regge un repertorio così eclettico e uno show così lungo. Succede allora che lo spettatore vede solo un cantante-pianista, ma ode anche archi, tastiere, fiati, percussioni. Piacevoli. Ma da dove vengono? Da appositi campionatori. Gli stessi usati dai suonatori di piano bar. Via via le entrate dei suoni campionati creano un contrasto talora fastidioso fra la verità del pianista e del cantante e i - probabilmente inevitabili - orpelli di origine computeristica. Il duetto continuo Elton John - orchestra fantasma spiega anche la rigidità del menù, assolutamente identico ogni sera. Alla fine però il pubblico esce soddisfatto: i momenti pianistici puri valgono da soli il concerto. La scelta del repertorio, sia sul fronte dei classici che di tutto il resto, è felice. Fra le altre spiccano Ballad Of The Boy In The Red Shoes, Mona Lisas And Mad Hatters, Tiny Dancer, la commovente Sorry Seems To Be THe Hardest Word. L'unico erede del grande Pop sinfonico inglese, classe 1947, si è goduto le ovazioni dei 5000 spettatori. P.S. : gli inizi anticipati sono legati all' orario di chiusura dei piccoli aereoporti. Reginald infatti non dorme mai dove canta e vola via subito.
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da
IL
MATTINO del 12.07.03
di Andrea Spinelli
Elton
John, maratona
nel segno del pop
Taormina. Elton è come la signora Maria della pubblicità, inizia presto e finisce presto. Si fa per dire, naturalmente, visto che la logorrea pop che lo rincorre da 35 anni finisce per incatenarlo alla scena per oltre due ore e mezza, 26 suoi classici più «Moon river». Col pensiero agli amici che l'aspettavano a Milano più che al concerto nella cornice millenaria del Teatro Antico, Elton l'altra sera a Taormina ha rotto gl'indugi e s'è presentato in scena con un quarto d'ora d'anticipo sull'orario previsto, prendendo in contropiede i 4.500 che avevano pagato fino a 130 euro per applaudirlo. Capricci da star che l'ex Pinball Wizard, in attesa di volare dal compagno David Furnish, ha cercato di farsi perdonare mettendo cuore e polmoni in una maratona iniziata, dove l'obbligato prologo di «Your song», proprio lì dove la sera precedente aveva lasciato Diana Krall, ovvero da quella «Border song» che la signora del jazz gli aveva voluto dedicare mercoledì sera. Spettacolo stanco e un po' annoiato quello del Teatro Antico, nonostante la consueta gamma di prodezze alla Liberace, spruzzate di ragtime e di blues tra le maglie di un repertorio popolarissimo che non trascura momenti meno ovvi del solito, pescati fra i ricordi di album fuorimano come «Madam across the water» («Tiny dancer») o «Caribou» («Ticking»). E se «Someone saved my life tonight» riporta l'epopea di «Captain Fantastic & the brown dirt cowboy», la nuova «Ballad of the boy in the red shoes» scivola tra i solchi di «Songs from the West Coast» per raccontare una storia di Aids. Per il cinquantasettenne sir Elton l'età di mezzo è quella della nostalgia; rimpianti lastricano quel boulevard in cui «Candle in the wind» evoca i sorrisi tristi di Marilyn e Diana, sfortunate «principesse» unite dallo stesso destino, mentre «Moon River» omaggia l'Henry Mancini (e l’Audrey Hepburn) di «Colazione da Tiffany». Stretto in un completino blu elettrico con le maniche ricamate e lo sguardo nascosto da un paio di occhiali da velista, il Rocket Man ha dato fondo senza troppa convinzione alla sua verve di entertainer, abusando dei gran coda Yamaha «dopato» da echi, sonorità metalliche, violini e quant'altro fa spettacolo. A versioni di «Honky cat» e «I'm still standing» in bilico tra rock-blues e honky tonk il compito di far balzare la gente dalle sedie, e poi ancora «I want love» e «Sacrifice». Spalti inondati di fiammelle per «Philadelphia freedom», «Candle In the wind» e quella «Sorry Seems to be the hardest words» dedicata ad Antonio D'Amico, compagno di lavoro e di vita di Gianni Versace. Gran finale nel segno di «I guess that's why they call it the blues», di una ritrovata «This train don't stop there anymore» («uno dei miei brani preferiti»), «Tonight» e poi avanti fino a «Take me to the pilot», «Benny and the Jets», «Crocodile rock». Nel bis il tripudio «Don't let the sun go down on me» e di una «Circle of life» trasformata dal cartoon disneyano del «Re Leone» in un tema da Oscar. Martedì si replica a Lucca, mentre entrano in agenda altri due spettacoli, stavolta col gruppo, il 16 dicembre a Milano e il 17 a Roma.
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