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recensioni dei fans

RECENSIONI DEI VISITATORI

Ballad Of A Well-known Gun

(live alla BBC con gli Hookfoot)

inviate la vostra recensione di un disco di Elton e sarà pubblicata in questa sezione.
non preoccupatevi, non cerchiamo critici professionisti, ma le impressioni, positive o negative, dei fans!




di Angelo Dylan  (giugno 2008)

Cazzo, lo volete sentire un rock bello tosto?
Mettete subito nel vostro lettore il cd n.2 di Tumbleweed deluxe edition e avviate Ballad Of A Well-Known Gun (BBC Session). Non sono ammessi lettori mp3 portatili tascabili, walkman, casse ultraminuscole dei computer e simili porcherie in miniatura. Un bell’impianto con almeno 4 casse e un subwoofer in modo che i bassi penetrino la pelle per entrar nelle vene, o in alternativa un buon vecchio hi-fi, quello di una volta, enorme, con due casse grandi come mobili. Avete bisogno di pressione sonora. Se non l’avete, non potete ascoltare il rock!
Play. E fatelo sul serio. Se non siete pronti, per favore non continuate la lettura.
Parte una Gibson Les Paul stracarica di energia. Quanto mi piaci Caleb, fottuto drogato!
Rockeggia duro tanto che sembra di stare lì, con l’orecchio appiccicato alle valvole del suo ampli. E’ un riff che quando lo suoni parte dall’anima, attraversa le braccia, penetra le corde che lo restituiscono all’anima. E’ un rock duro, che picchia su di essa (l’anima) per aprirla.
Lo affianca Elton dopo pochi secondi, con le giuste note, mai banale, come solo a quei tempi ci riusciva. Si pensava fosse impossibile per il piano suonare il rock. Eppure Elton sfonda il tabù e, se la chitarra attacca come un martello pneumatico, le note del piano ricordano gli echi stridenti dei colpi di quella gun nascosta tra le parole della canzone.
Batteria, basso via “I pulled out my Stage Coach Times and I read the latest news…”. La dimensione sonora è del tutto reale, niente mixaggi patina dischi da studio, è in presa diretta, quindi ciò che ascolteremmo se fossimo lì, negli studi della BBC. Live, come dire viva, viva nel disco, che per la maggior parte dei casi, dall’avvento del digitale, è la tomba della musica. Invece questa canzone ha il cuore che batte e i polmoni che respirano, li avverti, li senti.
Arriva il ritornello col coro femminile più grintoso di quel trio portentoso che accompagnò Ray Charles e la canzone si completa, soprattutto grazie al feeling che c’è tra tutti i membri della band, compreso quel batterista, un po’ legnoso, ma così originale, così Nigel (è lui, lo riconosco, non ditemi che nel disco è citato qualcun altro).
Il finale stacca su “…There goes a well-known gun” in perfetto stile rock, anche se non conosci una parola del testo quel finale ti viene spontaneo cantarlo insieme alla band, come se fossi anche tu alla chitarra.
Ne sono troppo preso, devo continuare ad ascoltarla e da domani magari anche suonarla.
E voi, se non vi prende, potete sempre darvi alle equazioni.  :-)