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dal Corriere della Sera del 14/4/2005

BILLY ELLIOT E' LA MIA STORIA E NE HO FATTO UN MUSICAL
Elton John produttore dello show che debutterà a maggio "In quel bambino incompreso ho rivisto me alla sua età"

Londra - Alla prima, a Cannes, quattro anni fa.  E' lì che Sir Elton John ha deciso che dal film Billy Elliot, la pellicola che ha superato ogni aspettativa in termini di incassi e lanciato le carriere del regista Stephen Daltry e del giovane attore Jamie Bell, avrebbe tratto un musical.  Perchè?  Nella storia del giovane aspirante ballerino ha rivisto se stesso.  "Mi scorrevano davanti agli occhi le immagini dell'infanzia di questo bambino incompreso e non riuscivo a smettere di piangere - ha raccontato - Mi hanno fatto pensare alla mia famiglia.  Con Billy Elliot ho rivissuto parte della mia vita".  Cosa possano avere in comune un ragazzino cresciuto nel disagiato nord inglese in pieno sciopero dei minatori e una star tutta brillanti e parrucche è, di primo acchitto, difficile da comprendere.  Ma Sir Elton insiste.  "La storia di Billy è la mia storia.  Mio padre voleva che entrassi in aeronautica, come lui, o che diventassi un avvocato.  Ma io sapevo di avere un dono per la musica e non ero disposto a rinunciarvi".  Ostacoli e determinazione, insomma, proprio come l'eroe del film.  C'è dell'altro: il padre di Sir Elton - allora Reginald Dwight - se ne andò di casa quando il figlio aveva 11 anni, nella pellicola Billy perde la madre quando è ancora bambino.  Proprio come Billy, inoltre, John ha dovuto fare la spola con il centro di Londra, dopo che, a 17 anni, vinse una borsa di studio per la Royal Academy of Music.  Sir Elton e Billy, in pratica, hanno in comune più di quanto si possa pensare.  Anche perchè per il musicista la mancata approvazione del padre è stata un colpo duro da sopportare.  "Qualche anno fa hanno riallacciato i rapporti - ha raccontato David Furnish, patner di Elton - ma ormai era troppo tardi.  Avevano già sofferto abbastanza."  Se ha deciso immediatamente di farne un musical, Sir Elton si è anche battuto affinchè la squadra originale rimanesse per la maggior parte invariata.  Il regista, così, è sempre Daltry, che dopo Billy Elliot ha diretto The Hours, con Nicole Kidman e Meryl Streep, il coreografo è Peter Darling e il librettista Lee Hall.  Quest'ultimo dapprima ha fatto resistenza.  "Continuava a ripetere che non sapeva dove cominciare per scrivere i testi - ha detto Sir Elton - Io gli ho risposto che Billy era una sua creatura e che doveva semplicemnte ascoltare cosa gli diceva il cuore".  La prima fissata per il 12 maggio al Victoria Palace Theatre di Londra, è attesa con grande interesse, ma se lo spettacolo è presentato come uno degli arrivi più entusiasmanti del West End non ha avuto un iter privo di difficoltà.  Per trovare i protagonisti - la parte di Billy verrà ricoperta da tre ragazzini che si daranno i turni, James Lomas, 15 anni, George Maguire, 14 e Liam Mower, 12 - ci sono voluti 12 mesi di provini.  In tutto il cast comprende 60 minori un fatto, questo, che ha imposto riduzioni dell'orario di lavoro e che ha reso necessario posticipare le anteprime sino al 31 marzo.  "Non avevamo scelta - ha spiegato il regista - La cosa più importante è la salute dei ragazzi.  Erano stravolti, se avessimo continuato allo stesso ritmo avremmo rischiato di infliggere loro gravi problemi".  Per Daltry, che professionalmente nasce come uomo di teatro, "Billy Elliot - The Musical" rimane "il progetto più difficile" che ha mai affrontato.  "Per questi ragazzi ogni scena presenta grandi sfide fisiche.  Coordinare le prove con le lezioni di ballo e la scuola è stata un'operazione complicatissima". 

Paola De Carolis