RECENSIONI
DEI VISITATORI
Friends
inviate la vostra
recensione di un disco
di Elton e sarà pubblicata in questa sezione.
non preoccupatevi, non
cerchiamo critici
professionisti, ma le impressioni, positive o negative, dei fans!
di Beppe (2012)
Friends, a torto o a ragione, viene spesso non considerato nella
discografia ufficiale di Elton John, sia perchè è una colonna sonora,
sia perchè i brani strumentali presenti sul disco erano stati composti da
Paul Buckmaster. Ma, a parer mio, rimane un grande album,
perchè qui troviamo ancora un Elton in stato di grazia, nel momento
d'oro della sua vena artistica. Inquadriamo velocemente il
progetto: Elton e Bernie avevano collaborato distrattamente a questo
disco, dovevano solo fornire alcune canzoni alla Paramount che poi
decise di farne un album vero e proprio, integrato con lo score di Buckmaster. Ma il disco, inciso a cavallo dei primi due
tour americani, venne lanciato sul mercato come il nuovo album di Elton John per
sfruttarne il crescente successo negli Stati Uniti, con una certa
irritazione da parte di Elton e il suo entourage. Vista la
popolarità di Elton ebbe comunque un discreto successo e venne stampato
in ogni parte del mondo; il film è stato abbastanza dimenticato anche
se, alcuni anni dopo lo stesso regista Lewis Gilbert realizzò
addirittura un sequel (Paul & Michelle), senza più le musiche di
Elton, però. Le premesse per un prodotto minore c'erano tutte, ma non dimentichiamoci che era appena uscito Tumbleweed Connection e da lì a poco sarebbe anche arrivato sul mercato Madman Across The Water, ci
trovavamo di fronte a un compositore in stato di grazia che sapeva
esprimere ancora il meglio di sè, prima di finire inglobato nello star
system come icona pop degli anni 70. Quindi tutte la
canzoni contenute in Friends hanno il pregio di una freschezza e di
un'ispirazione degne del periodo d'oro, suonate da quella che avrebbe dovuto essere la futura Elton John Band, se Caleb Quaye non avesse deciso di tentare la fortuna con gli Hookfoot: Dee Murray al basso, Nigel Olsson alla batteria e Caleb
alla chitarra. I testi di Bernie qui diventano molto più
semplici e lineari e la stessa musica sembra molto meno elaborata, ma
brani come Season, Friends, Michelle's Song, Can I Put You On e Honey Roll si
impongono per la loro caratura e ripeto "freschezza", qualità che da lì
a poco avrebbe iniziato a scemare a favore della routine, di alto
livello, ma sempre routine. E anche lo score strumentale di
Paul Buckmaster, pur essendo finalizzato al film rimane su un grandissimo livello. Friends
rimane quindi un disco fondamentale per ogni vero fan di Elton, anche
se si distacca dal classico album standard. Mentre la
versione in vinile è stata, come già detto, pubblicata in numerosissimi
paesi del mondo, la versione CD è ufficialmente disponibile solo
inglobata nella raccolta Rare Masters dei primi anni 90, probabilmente per motivi di copyright, visto che all'epoca era uscito su etichetta Paramount; in circolazione si trovano alcune versioni in CD che però si rivelano essere dei bootleg.
Per vari motivi, imperdibile.
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di Max Pollavini (2012)
Difficile recensire questo lavoro. Perché se l’ottica è quella della
colonna sonora, queste sono canzoni abbastanza slegate dal film che
accompagnano. Se lo si approccia come un disco normale, ci si scontra
col fatto che metà dei brani presenti sono o composizioni strumentali di
Buckmaster, oppure reprise e variation di altre canzoni.
Praticamente misconosciuto ai più (non si trova né su cd né nelle
librerie digitali) mi piace immaginarlo semplicemente come un EP di
cinque canzoni, parentesi comunque assai virtuosa, tra due capolavori.
Temporalmente cade, appunto, dopo Tumbleweed Connection
ma presenta maggiori affinità con il precedente Elton John per le
ballate costruite su strutture classicheggianti e guidate dalla presenza
determinante dell’orchestra. Da Elton John si discosta però
radicalmente per il mood che qui è assai arioso, docile e sereno, contrapponendosi alla cupezza del primo.
I testi, la cinematografica Can I Put You On
esclusa, sono estremamente semplici e (troppo) fanciulleschi nel
soffermarsi su temi come l’amicizia e l’amore spesso mediante l’utilizzo
di clichè (l’inverno è freddo e l’amore lo scalda, con gli amici la vita è meravigliosa, e così via).
Ma
l’Elton del 1970-1971 è in stato di grazia e la facilità con cui riesce
a comporre melodie di qualità riscatta gran parte di questa assenza di
contenuto poetico. La title track, che apre il disco, è una
ballata che scorre fluida e con un notevole appeal melodico, pur nella
sua generica semplicità. I pezzi più rock, Honey Roll e Can I Put You On, risultano convincenti pur senza incantare. Michelle’s Song
è, nuovamente, di una freschezza disarmante, contornata com’è da dolci
orchestrazioni, da un pianismo assai armonico e dalla calda esecuzione
vocale di Elton. Il capolavoro del disco è però il breve gioiello Seasons,
che grazie alla sua maestosa e lunga intro orchestrale colpisce da
subito l’ascoltatore, conducendolo poi a immaginarsi il brano come un
pezzo strumentale fin quando, d’improvviso, gli archi si placano
aprendosi in un finale in cui si inseriscono piano e voce, nuovamente
leggeri e ariosi come un vento di primavera.
Voto: 89/100
“Song by song”:
Friends 8,3
Honey Roll 8,5
Seasons 9,4
Can I Put You On 8,5
Michelle's Song 8,8
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di Ruicosta (2012)
Friends è semplicemente un album realizzato controvoglia e con poca ispirazione.
Due
brani erano già stati scritti e forse avrebbero fatto parte dell'album
successivo, non a caso sono i più convincenti Honey Roll e Can I Put You
On che avrebbero ben figurato su Madman e si inseriscono agevolmente
sulla scia di Rotten Peaches e Holiday Inn, due piccoli gioielli poco
conosciuti.
In particolare Can I Put You On è stato poi eseguita nel
famoso live radiofonico 17-11-70 con un'esibizione strepitosa di tutta
la band.
La title track è il pezzo più commerciale del disco, si lascia ascoltare facilmente ma non lascia il segno.
Trovo
invece molto imbarazzanti Seasons e Michelle'Song dove i testi di
Bernie ricordano quelli dei Collage e degli Homo Sapiens, veramente
sdolcinati...
In fondo si tratta di brani minori scritti
appositamente per un film che Elton e Bernie nemmeno avevano visto e
lasciano un senso di incompiuto, l'arrangiamento risulta piuttosto
pesante e pomposo.
Nel complesso un episodio discreto ma la cui riuscita lascia perplessi, con dei brani strumentali inascoltabili.
“Song by song”:
Friends 7
Honey Roll 8
Seasons 5
Can I Put You On 8,5
Michelle's Song 5,5
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di Stefano Orsenigo 2012
Filologicamente non dovrei recensirlo alla stregua di un album di Elton
John, trattandosi di colonna sonora in cui cinque canzoni John/Taupin si
alternano a pezzi strumentali firmati Buckmaster; inoltre il film (che
non ho visto), raro quanto dimenticato, gode di pessima fama (ma non può
essere così brutto: il regista è lo stesso di uno degli 007 migliori, La spia che mi amava, e del bellissimo Alfie
con Michael Caine. E poi, diciamolo, un medio film degli anni 70 è
spesso meglio delle americanate ad alto budget attuali, per tacer delle
italianate...): e pensare che il progetto iniziale riguardava le musiche
dell'eccentrico "cult" Harold e Maude!
Fatto sta che questo
pugno di canzoni sia troppo rilevante per essere ignorato, perchè
fotografa un Elton in grado di sfoggiare una ispirazione notevole anche
in un lavoro su commissione, incastonato tra Tumbleweed Connection e Madman Across the Water.
Il
brano omonimo, con i suoi ricami orchestrali, sembra proprio un
antipasto di Madman, compresso in poco più di due minuti giusto per
accompagnare i titoli di testa, e il talento melodico del primo Elton,
quando le ballate d'amore non esageravano con il miele, bacia anche Michelle's song e Seasons;
ed è quasi un peccato che, in quest'ultima, la parte cantata sia così
breve, posta in coda a un lungo e prescindibile intro sinfonico (chi è
d'accordo con me può ascoltare direttamente Seasons reprise, che riprende ed isola il solo cantato).
Da Tumbleweed sembrano invece provenire i due brani rock, come sempre intinti nel gospel: Honey roll che, pur stando qualche gradino al di sotto di una Son of your father, sfodera un sax graditissimo, e Can I put you on forse più nota nella versione contenuta nel live 17-11-70:
quella è indimenticabile per l'Elton scatenato al piano, ma qui c'è la
ruvida chitarra di Caleb Quaye. Da anni il buon Caleb si occupa d'altro,
ma se ci facesse la grazia di tornare con Elton, gli saremmo tutti
riconoscenti, e magari anche il Signore approverebbe...
Voto alle canzoni 8+
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