da
Ciao 2001 del 1975
di
Marco Ferranti
Dr, Jeckyll &
Mr. Hide
Chi
è il
vero Elton John, lo scatenato rock'n'roller pieno di colori, piume e
lampadine
o il ragazzotto inglese pieno di complessi per i pochi
capelli, la
statura, i chili che aumentano? Una intervista sincera accompagnata
dalla
presentazione del nuovo album del tastierista, completamente registrato
dal vivo
La
palla schizza fuori velocissima dalla massa compatta del pubblico.
Là,
sul palco "Dodger", nel suo luccicante costume da baseball, aspetta,
alza
la mazza, colpisce e la spedisce verso il cielo: un boato e il concerto
inizia. Così per cento sere, davanti a migliaia di persone
urlanti.
L'ultima torneè di Elton John negli States è
stata colossale;
le roulottes del gruppo sostavano in prati di moquette; il cantante
sfoggiava
due o tre incredibili costumi a serata; specials alla televisione
pubblicizzavano
i concerti, la televisione inglese ha registrato un lungo filmato, i
giornali
musicali sono usciti in edizioni speciali, quasi un milione di
americani
è andata a vederlo. Elton John
è oggi il più:
il più acclamato, , il più applaudito,
il più
pagato e anche il più denigrato: accanto alla mania
esplosa
da New York a Los Angeles, critiche pesanti e severe si sono
abbattute
sul cantautore ... il più deludente, il
più buffone,
l'assolutamente ridicolo. Ma piace, piace tantissimo: soprattutto agli
americani. E "americaneggiante" si è definito lo
spostamento
stilistico che l'ultimo "Rock Of The Westies" ha accusato nella
carriera
del musicista. Un giudizio critico su questo cambiamento
è
ancora prematuro. E' necessario infatti attendere un'altra
prova,
definitiva: ma nello stesso tempo non si può tacere un
apprezzamento
di carattere esclusivamente tecnico: la nuova band di John funziona,
eccome.
"Elton John non sono io, è tutto il gruppo!" il cantautore
ripete
questa frase da anni, da quando con Nigel Olsson e Dee Murray
formò
uno stage act in pianta stabile, capace di fornire un supporto fisso a
base degli album da incidere. Oggi, dopo un lungo periodo di
collaborazione,
Nigel e Dee non ci sono più; dai tre elemti originali si
è
giunti ad un corposo organico di ben sette musicisti. Una
vera e
propria "band", aperti a certi dialoghi solisti, a certi duelli, , ad
un
sound pieno e prepotente. Per questa "costruzione" Elton ha
sdoppiato,
praticamente gli strumentisti; a parte il basso, nelle nuove mani di
Passarelli,
la chitarra del fido ed eccezionale Johnstone ha trovato in Caleb Quaye
il contraltare, i tamburi di Pope si alternano alle percussioni
dell'immancabile
Ray Cooper, perfino il piano di Elton ha trovato nelle tastiere di
James
Newton Howard un inaspettato alleato. Elton John,
dunque, oggi
è anche questi nomi, questi suoni, queste idee
....
Siamo andati a curiosare tra di loro. Abbiamo scelto Cooper,
Passarelli,
Pope e Howard perchè ci sono sembrati i più
inediti: di Quaye
abbiamo infatti già parlato in occasione degli
Hookfoot, il
suo vecchio gruppo, mentre di Davey Johnstone vi abbiamo
già
elogiato le doti attraverso la descrizione della sua carriera di
chitarrista
folk e il suo primo album solo.
KENNY
Kenny
Passarelli è, secondo molti, l'indice più
evidente della
simpatia che John ha avuto ultimamente per il rock
statunitense.
Questo ragazzino-prodigio, diciott'anni, dallo stile prepotente e
lievemente
heavy, ha infatti suonato sia con i Manassas di Still che con Joe Walsh
.... "La differenza tra la musica di Steve e Joe e quello di
Elton?
In una parola sola, la sostanza! Non c'è bisogno di alcuna
prova,
di una minima preparazione specifica ... è spontanea, quasi
da jam
session. Sono arrivato a questa formazione in maniera semplicissima,
con
il telefono. Elton cercava un bassista e per caso una sera era a cena
da
Walsh. Joe gli suggerì il mio nome, Elton volle
ascoltare
tutti i dischi dove suonavo: poi mi telefonò ..."
ROGER
Diversamente
da Passarelli, Roger Pope rappresenta per Elton John un ritorno alle
origini:
Pope suonava infatti la batteria nel primo singolo del cantautore "Lady
Samantha". Terminata, dopo un anno la collaborazione, Roger
se ne
andò per la sua strada, ma sotto l'ala protettrice di John,
suonando
con Hookfoot e kiki Dee. Oggi è tornato e proprio
per ultimo:
infatti la registrazione di "Westies" era cominciato con
Olsson;
a metà, quando Olsson ha abbandonato, Roger è
intervenuto
reincidendo alcune partiture .... ma, a quanto pare, Cooper aveva
già,
da solo, riempito gran parte dei ritmi lasciandogli ben poco
lavoro.
"Erano anni che speravo di tornare a suonare con Elton, e speravo
proprio
di poter far parte della band di quest'ultimo, incredibile tour. Dovevo
già tornare con lui due anni fa, ma poi per colpa degli
Hookfoot
dovetti rinunciare. Quando sono entrato in sala per l'ultimo album non
ho dovuto ristrutturare nulla del lavoro di Nigel, anzi abbiamo
lasciato
le parti in cui suonava in coppia con Ray. Dal vivo rispetto
agli
esordi, è cambiato molto; i soli sono molto più
lunghi, si
va spesso in jam, si può fare di tutto. Un Elton John
diverso dagli
esordi, ma senza problemi: la sua musica rimane suonabilissima,
naturale".
JAMES
Elton
avrebbe voluto il sound engineer e mago del synt, David Henschel: ma
David
non ama i concerti, e così, sempre dalle sale di
registrazione è
arrivato James Newton Howard, session man con Ringo, Garfunkel e Charly
Simon, nonchè autore e interprete dell'album "J.N.H." uscito
due
anni fa. Un musicista e un ruolo ancora da scoprire: James
suona
tutte le tastiere, eccettuato il piano acustico che rimane di esclusiva
proprietà del leader. Il suo intervento, che
sembrava destinato
a riempire nel live act potrebbe, come accenna l'ultimo album, divenire
fondamentale. "Il mio ruolo nel gruppo si articola in due
punti:
fare sul palco tutto quello che si registra in sala; la band, prima di
me, era nulla per l'aspetto tastiere elettriche. Poi, incrementare
l'armonia
generale secondo il mio gusto e la mia tecnica: in una band tanto vasta
e libera è facile avere spazio. Quando sono entrato in sala
io ed
Elton siamo andati subito d'accordo; salvo quei punti particolari in
cui
magari dovevo duettare con lui, non mi ha imposto nulla. Questa
compenetrazione
nella musica di Elton è il senso magico del gruppo: le
responsabilità
sono di tutti e se qualcuno sbaglia, non riesce, non ci sono
né
colpe né rimproveri ... si è coscienti
dell'errore e si va
avanti con questa convinzione personale."
RAY
La
favola di tanti dischi, Rolling Stones ad esempio, con Cooper alle
percussioni...
e invece eccolo qui, un musicista con i fiocchi, uno showman
incredibile.
Dotato di gran gusto e forte personalità Ray Cooper
è un
vero punto di forza nella formazione: ascoltate il suo vibrafono in
"Island
Girl" ad esempio ... "C'è posto per
tante percussioni
nella musica di Elton: essa è molto lirica e
suggerisce suoni
ed atmosfere , consiglia dove e come intervenire; viene concepita poi
come
in un complesso arrangiamento orchestrale. Con questa sua strada
orchestrale
Elton potrà servirsi, in futuro di molti altri strumenti. La
vera
forza di Elton è questo suo rinnovamento; il pubblico non
può
mai accantonarlo, che lui è già cambiato, pronto
a stupire.
Questa band è solo l'ultimo, eccitante passo: per il
momento".
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