In ottomila ad applaudire il baronetto del pop, che si è presentato sul palco con uno sgargiante completo scuro super-casual. Due ore di grande intensità, ritmo e magia
Lucca, 11 luglio 2007 - Nessun particolare effetto speciale, solo musica e che musica, per più di due ore. Sir Elton John nel suo terzo concerto in dieci anni al Summer ci mette la grinta più del mestiere, una gran bella band e poche concessioni al resto. Ottomila presenze, con botteghini chiusi e code solo allo sportello accrediti.
Alle 21,30, insieme alla puntuale diretta — perfetta, con un suono straordinario — di RadioUno Rai, che non ha mancato di citare in continuazione Lucca e il suo festival. Elton si presenta sul palco, in un improbabile e super-casual completo scuro con decorazioni. Attacca la suite di 'Funeral for a friend. Love lies bleeding' e poi la irresistibile 'The bitch is back', che fa saltare subito in piedi i fans. La sua collaudatissima band ha gran voglia di suonare rock e lo fa: Davey Johnston (chitarra), Guy Babylon (tastiere), Bob Birch (basso), John Mahon (percussioni), Nigel Olsson (batteria) sanno il fatto loro. C’è ancora 'Hercules' prima di lanciarsi in una zona anni Settanta da brivido, iniziando con la splendida 'Madman across the water', nella quale Elton si esalta nell’assolo di piano, per proseguire con 'Tiny Dancer', 'Daniel', 'Rocket man', 'Honky cat'. Senza respiro, ecco 'Sacrifice', ma si attende il momento di 'Candle in the wind', che arriva preceduta da 'Sorry seems to be the hardest word'.
La scaletta si avvia alla fine, fino all’accoppiata 'Crocodile rock' più 'Saturday night’s alright', dove si torna nei ’70, il periodo certamente più creativo di Sir Elton, che lascia al bis 'Don’t let the sun go down on me' e 'Your song', per il trionfo finale, sotto gli occhi degli illustri colleghi John Legend, protagonista del bel concerto di lunedì sera e rimasto al mixer per tutto lo show e dalla cantante Pink, anche lei al Summer un paio d’anni fa.
Ma la giornata lucchese di Elton John era iniziata nel tardo pomeriggio, arrivando direttamente dall’aeroporto di Pisa, dove è atterrato, per poi ripartire subito dopo la fine del concerto, sempre da Pisa, destinazione una delle sue ville (Venezia, Londra, Nizza?). Il tempo di strappargli una dichiarazione d’amore per Lucca ('Wonderful, wonderful, magic', grida uscendo dal palco), per altro scontata, visto che questa era la sua terza presenza al Summer.
La lunga giornata dei fans è stata comunque ancora più tranquilla: piazza Napoleone 'liberata' poco dopo le ore 18 e corridoio aperto tra via San Girolamo, piazza del Giglio e via del Duomo fino alle 19,30 come da ordinanza. Scarno soundcheck — ovviamente senza il baronetto — intorno alle 19 e cancelli aperti intorno alle 20, senza particolare ressa agli ingressi, visti i ben 5000 posti numerati, esauriti da giorni e massiccia presenza di stranieri.
Da registrare, sul piano istituzionale, la consegna, prima del concerto e sul grande palco di piazza Napoleone, di una targa di riconoscimento che il presidente della Provincia Stefano Baccelli ha voluto tributare al promoter del festival, Mimmo D’Alessandro, per celebrare il decimo anniversario del Summer. La targa, secondo la motivazione, vuole essere un simbolico gesto nei confronti di chi ha animato e organizzato con passione la rassegna musicale per dieci anni. Insomma, lunga vita alla manifestazione musicale internazionale che fa di Lucca un polo di attrazione.
Paolo Ceragioli
LUCCA – Ottomila persone in piazza, ieri sera, per il concerto di Elton John, unica data italiana. Il baronetto del pop non ha deluso, con un concerto di oltre due ore. Il terzo, nella storia di Lucca e del Summer Festival. E stasera arriva Dionne Warwick.
Inizia alle 21.30, con una suite: è “Funeral for a friend - Love lies bleeding”. Elton John sale sul palco con il solito English style e, di conseguenza, il solito look trasgressivo che lo ha reso famoso e, per certi versi, ha fatto scuola nel glam: una giacca elaboratissima. Il pubblico lo osanna, appena appare. E continua, sulle note di canzoni storiche come “The bitch is Back” e "Hercules”. Canta con lui, la folla, sospesa fra l'euforia del momento e l'ansia, la curiosità, di sapere cosa verrà dopo. Arriva “Madman across the water” e si entra in pieno sound anni settanta, fra assoli di piano e virtuosismi alle tastiere (Guy Babylon), al basso (Bob Birch), alle percussioni (John Mahon), alla chitarra (Davey Johnson) e alla batteria (Nigel Olsson). Il concerto è solo all'inizio quando nella piazza si diffondono le note dell'inconfondibile attacco della splendida “Tiny Dancer”, dedicata alle ormai perdute vestali della musica che fu: le groupies. E ancora: “Daniel”, “Rocket man”, “Honky cat”, “Sacrifice”, "That's Why They Call It The Blues", "Burn down to the mission", "The bridge", “Sorry seems to the hardest word”. Fino all'attesa (e inflazionata) “Candle in the wind”, che molti ricorderanno nel riarrangiamento della colonna sonora dei funerali della Principessa Diana, dove la Norma Jean (Marilyn Monroe) a cui fu dedicata si trasformò in “English Rose”, la Rosa d'Inghilterra. Ma tant'é: il momento malinconico viene subito spazzato via prima da "Benny and the jets" e "Are you ready to love", poi dalla scatenata “Crocodile rock” che fa ballare tutta la piazza assieme a “Saturday night's alright”. E poi si spengono le luci, nel breve rituale dell'attesa verso il bis. Sir Elton ne fa due: “Don't let the sun go down on me” e la sempre verde “Your song”. Si prende gli applausi e saluta trionfante, come è giusto, per una star di quel calibro disposta ancora a sudare sul palco per più di due ore. Pronuncia solo un significativo "Wonderful, magic!" scendendo dal palco prima di volare verso la sua villa di Nizza sullo stesso aereo con cui era atterrato a Pisa poco prima del concerto. Ma il Summer Festival continua: stasera sarà la volta di Dionne Warwick e del suo pop raffinato.
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Elton
John a Lucca, unica tappa italiana della sua tournee estiva europea. Un
concerto di nuove canzoni ma soprattutto di evergreen del più famoso
cantautore apertamente gay del mondo.
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LUCCA – Elton John è tornato ad esibirsi in concerto in Italia e lo ha fatto ieri sera in una gremitissima Piazza Napoleone, nell’ambito del Summer Festival 2007 di Lucca. Si è trattato della sua terza apparizione nell’arco di dieci anni nella città toscana, una data inserita in un tour europeo che è partito all’inizio di giugno in Germania e lo ha portato finora a esibirsi finora in Ucraina, Svezia, Norvegia, Spagna, Belgio e Irlanda. Nonostante gli impegni Sir Elton ha anche trovato il tempo per non mancare al concerto in memoria di Lady D, che i figli hanno organizzato a Londra domenica 1 luglio e che è stato trasmesso in diretta in televisione (in Italia su Sky). Il concerto di ieri è iniziato puntualissimo alle 21.30, mentre ancora una buona fetta di pubblico doveva trovare il proprio posto a sedere. Le dimensioni non esagerate di Piazza Napoleone hanno permesso di avere una visione decente anche da chi non aveva i posti nelle primissime file. A facilitare la visione due schermi ai lati del palco, e alle spalle del banco mixer luci e suono un terzo schermo, che spesso si soffermava sui primi piani del cantante. Non si è trattato tuttavia, com’è stato scritto, del “Red Piano Show” che Elton riproporrà a Las Vegas in ottobre. Lo show, a cui ha contribuito il fotografo David LaChapelle, ha molti più effetti speciali e richiede un palco luci molto più sofisticato. A Lucca mancava anche il pianoforte rosso richiamato dal titolo, l’impianto luci era buono, non memorabile, ma non è certo mancata la buona musica. Seduto per tutto il tempo al pianoforte Elton è praticamente a casa. Propone qualcosa (“The Bridge”) dall’ultimo album “The Captain and the Kid”, uscito lo scorso anno, ma l’atmosfera si riscalda considerevolmente grazie a una splendida extended version di “Rocket man”, veramente trascinante. Da quel momento in poi arrivano molti dei memorabili brani composti da Reginald, tra cui “Daniel”, “Sacrifice”, “I Guess That’s Why They Call It The Blues”, “Sorry Seems To Be The Hardest Word”, “Something About The Way You Look Tonight”, “Sad Songs (Say So Much)” e l’immancabile “Candle In The Wind”. Verso la fine un tris di brani particolarmente coinvolgenti come “I’m Still Standing”, “Crocodile Rock” (col pubblico coinvolto nel La La La del refrain) e “Saturday Night’s Alright (For Fighting)”. Firma di qualche autografo dal palco poi l’uscita di scena prima del paio di brani finali “Your song” e “Don’t Let The Sun Go Down On Me”. Il concerto è finito, i brani rimangono in mente ancora a lungo. |
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