Elton John & band
Milano - Forum di Assago 16/12/2003
Corriere Della Sera
del 17.12.2003
Show tecnologico con
megaschermi e computer
Elton John torna al rock
"Mi ha salvato la vita"
A Milano il debutto del
tour. Dopodomani
alla Fenice
Milano
- Un'ovazione accoglie
le prime note di "Funeral for a friend". Si festeggia il ritorno di un
Elton John che non è solo il bravo intrattenitore - cantante
- pianista
visto quest'estate al teatro Greco di Taormina, ma è tornato
ad
essere l'Elton John rock, unico erede della grande tradizione inglese
stile
Beatles. Infatti in questo tour italiano , cominciato trionfalmente
ieri
sera al Filaforum di Assago (Milano), che tocca domani il
Palalottomatica
di Roma e il 19 la rinata Fenice di Venezia, Elton John si è
presentato
in perfetta simbiosi con un'ottima band che vede Davey Johnstone
direttore
chitarrista, Guy Babylon alle tastiere, Bob Birch al basso, Nigel
Olsson
alla batteria e John Mahon alle percussioni. Elton John, giacca e
pantaloni
neri e una lunga camicia bluette lunga fino alle ginocchia,
è al
centro di un palco grande e spoglio sovrastato da tre cornici con
schermi
giganti circondati da riflettori. Lo show varia sera per sera, ma vi
sono
alcuni punti fermi che costituiscono delle certezze gratificanti per
chi
ha pagato anche oltre 100 euro per un biglietto: "Bennie and the Jets"
con il suo magico crescendo, l'uso ritmico del pianoforte, "Daniel",
"Philadelphia
freedom", deliziosa, ballabile con venature country, "Sacrifice", la
capricciosa
ed elettrica "The bitch is back", "Rocket man" (con lievi variazioni
sul
tema e molti effetti speciali visivi), una travolgente "Crocodile
rock",
e sul finale perfino una delle canzoni più pazze e
più allegre
del suo repertorio, "Pinball wizard" scritta da Pete Townshend, che
faceva
parte del musical degli Who "Tommy" nel quale Elton John interpretava
la
parte del campione mondiale di flipper battuto dal disadattato
protagonista.
Insomma la scelta dei brani è indubbiamente legata
alla vocazione
più rock del concerto, pur mantenendo in scaletta struggenti
brani
melodici come "Candle in the wind" e cassandone altri come
"Circle
of life" presenti nel tour pianistico. Delle canzoni del nuovo
millennio
Elton John ne ha messe pochine : fra queste "I want love", la
applauditissima
"The ballad of the boy in the red shoes", una ballata triste su un uomo
che sta morendo di Aids, che lancia critiche all'amministrazione
americana
mostratasi, secondo l'artista, poco sensibile al problema. Commovente
pure
"Someone saved my life tonight", anch'essa legata al suo "passato
maledetto",
come lui stesso ha spiegato più volte: "avevo toccato il
fondo,
con l'alcool e la droga.Una persona mi ha detto che stavo buttando via
la mia vita, che mi stavo comportando come uno stupido .
Così sono
andato a casa, mi sono ubriacato, e ho scritto questa
canzone." Eppure,
nonostante la presenza di alcuni temi cupi, Elton John, che il 26 marzo
compirà 57 anni, ha cercato di dare a tutto lo spettacolo
l'imprinting
del divertimento puro anche se l'insieme è risultato talora
un po'
ingessato. Certo è che i momenti pianistici (il primo poco
dopo
l'inizio dello show guastato da un breve blackout di parte
dell'impianto)
da soli valgono il prezzo del biglietto. Inoltre quasi sempre le sue
esecuzioni
dal vivo sono superiori a tutte le incisioni in studio. La sua
dimensione
di concerto lo pone al di sopra di qualsiasi moda o manierismo, in un
fantastico
gioco di sonorità e contrappunti , dove il suono allegro e
metallico
del pianoforte si incrocia con le follie delle chitarre e
delle percussioni
dando luogo ad un fantasmagorico pop melodico che incanta. In
questi
anni Elton John aveva messo in scena concerti belli ma tristi. Quello
visto
ieri sera è in assoluto il più allegro dalla
morte dei suoi
amici Lady Diana e Gianni Versace. "Lui - ha dichiarato tempo fa
l'artista
- mi raccomandava sempre di assorbire la bellezza della vita come fossi
una spugna; mi mostrava come scoprire la meraviglia nelle chiese, in
strada,
in campagna. Assorbire la bellezza e trasformarla in arte. Questo
faceva
lui, questo cerco di fare io. La mia vita è stata una
bellissima
surreale corsa sulle montagne russe, densa di riconoscimenti e
ricompense
che, però, solo ora che mi sono disintossicato sono in grado
di
apprezzare."
Mario
Luzzato Fegiz
|
da www.gazzettino.it
(17.12.2003)
Elton John & Band,
un'"antologia" prima di Venezia
Elton John ha tenuto ieri
sera con la sua band a Milano, in un Forum di Assago trasformato in una
specie di grande teatro con platea a sedie (esaurito con 9.500
presenti),
il primo dei tre concerti italiani del suo tour. Domani sarà
a Roma
e venerdì si presenterà da solo col suo
pianoforte al teatro
La Fenice di Venezia nell'omaggio alla città dove ha
comprato casa
e al suo rinato teatro e dove si esibirà per una volta senza
compenso.
Elton sta alternando appuntamenti solitari alle date con la sua band,
in
cui ritrova come agli inizi Nigel Olsson alla batteria e i vecchi amici
Davey Johnston alla chitarra e Guy Babilon alle tastiere a cui si sono
aggiunti Bob Birch al basso e John Mahon alle percussioni.Ventisei
canzoni,
a partire da "Funeral for a friend" attraversano i suoi 35 anni di
carriera
conme un'antologia, dal rock'n'roll di "Bennie and the Jets" ai blues e
le ballatone romantiche che hanno costruito una delle più
lunghe
e apprezzate carriere della storia musicale assieme al paroliere Bernie
Taupin che lo ha affiancato in quasi tutto il percorso.Passata la
tristezza
degli amici persi torna anche a cantare "Candle in the wind" per
chiudere
con un finale rock, "Crocodile Rock" e "Pinball wizard" fino
all'immancabile
"Your song" finale, senza dimenticare i suoi classici, da "Daniel" a
"Rocket
man", "Take me to the pilot", "Sorry seems to be the hardest word",
"Sacrifice",
"The bitch is back", "Don't let the sun go down on me". Palco
essenziale,
grande e aperto su tre lati, dominato da tre grandi schermi sospesi per
uno show che sarà replicato per tre mesi a Las Vegas dal
mese prossimo.
Giò Alajmo
|
da lastampa.it
di Marinella Venegoni
AD ASSAGO PRENDE IL VIA
IL MINITOUR DELL’ARTISTA IN ITALIA
Elton
e un pianoforte tutto
il resto è relativo
Il
6 dicembre si sono sposati
nel suo castello Diana Krall ed Elvis Costello
A
febbraio inizierà
al Colosseum di Las Vegas un impegno di 75 concerti
17 dicembre 2003
MILANO.
Il talento e il
danaro non danno evidentemente la felicità se uno come Elton
John,
carico di passato e di leggende che neanche la regina Elisabetta,
continua
a pestare i tasti del suo superaccessoriato pianoforte a coda Yamaha,
ai
quattro angoli del mondo, in concerti lunghissimi come quello di ieri
sera,
che ha aperto ad Assago il breve tour italiano: in novemila hanno
pagato
il biglietto da 45 fino a 135 euro, per una serata poltrone e moquette,
da galà, davanti all'unico re del pop in carica. Lunga
camicia blu
alla pachistana sotto una corta giacchetta di pelle nera con
paillettes,
esibiva anche sul viso una ciccia paciosa e più conclamata
del solito.
Che tipo, Elton. Sul palco la scaletta corre da sola, con le canzoni
che
tutti vogliono ascoltare, e una facilità diabolica
nell'intrecciare
melodie, ritmo, persino ragtime («Bennie and the
Jets») e blues
sì, ma annacquatello («Philadelphia
Freedom») ché
il pop la deve fare da padrone; è un coacervo di
contraddizioni
artistiche, che si scompongono dando spesso luogo a minispettacoli di
segno
differente per ogni canzone. Nel giro di pochi minuti sa diventare
sublime
o cheap e questo è anche il suo bello: bisogna stargli
dietro, attenti
a cogliere l'attimo di genio. Ora trionfa il musicista (nella
lunghissima
rilettura della sempre notevole «Rocket Man» che
tratta di
dipendenze), ora ti diventa stucchevole, se si lamenta dentro la
recente
«I Want Love» o in «Sacrifice».
Un piccolo spazio
occupa anche la denuncia: stigmatizza il mancato intervento di Reagan
contro
l'insorgente Aids prima di cantare «The Ballad of the Boy in
the
Red Shoes». Il concerto è a tratti
noiosino, ma l'ottima
band è una benedizione: l'ultima volta che lo abbiamo
ascoltato
da solista, la scorsa estate a Taormina, era un campionario di
manierismo,
mentre adesso capita che prendano corpo e tensione le montagne di
titoli
da hitparade che la serata produce prima con estrema prudenza, poi in
una
sapiente rimonta che decolla da «All the young girls love
Alice»
su su per «The bitch is back», «I'm Still
Standing»,
la trascinante «Saturday Night's Is Alright» e
(figuriamoci)
«Crocodile Rock». Come Dylan, spesso
Elton John gira
il mondo senza aver niente da promuovere se non il proprio personaggio;
questa volta, ci sarebbe in teoria un nuovo brano, «The Heart
of
Every Girl», scritto per la colonna sonora già sul
mercato
(con Streisand, Dion, Tori Amos e Macy Gray) di «Mona Lisa
Smile»
con Julia Roberts. Ma a lui nemmeno viene in mente di proporlo in un
concerto-glorificazione
nel quale espone al mondo la propria icòna; un critico suo
conterraneo
si è detto in preda, durante una sua performance, a nausea
culturale:
ma si sa che gl'inglesi non perdonano quelli di loro che si
americanizzano.
L'artista è uscito da se stesso, è diventato
cronaca pura.
Si apprende che il 6 dicembre scorso si sono sposati nel suo castello,
nel Surrey, Diana Krall ed Elvis Costello; e viene annunciato il
prossimo
attacco di bulimia: dal 13 febbraio, inizierà al Colosseum
del Caesar's
Palace di Las Vegas un impegno di 75 concerti in 3 anni, dal titolo
«The
Red Piano». Compenso? 50 milioni di dollari, giusti giusti
per lo
shopping.
Prossimi
concerti: 18 Roma
Palaeur, 19 La Fenice di Venezia
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© badsideofthemoon
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