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Nessun Uomo é Un'Isola
No Man Is An Island (1)

Nessun uomo è un’isola
Appartenente interamente a se stesso
Ogni uomo è parte della terra
Una parte del tutto

Se una zolla è portata via dal mare
L’Europa risulta essere più piccola
Come se fosse stata un Promontorio
Come se fosse una proprietà di amici tuoi
Come se fosse tua

La morte di ciascun uomo mi sminuisce
Perché faccio parte del genere umano
E perciò non chiederti
Per chi suoni la campana
Suona per te

No man is an Island,
Entire of itself
Every man is a piece of the Continent
A part of the main

If a clod be washed away by the sea
Europe is the less
As well as if a Promontory were
As well as if a Manner of thy friends 
Or of thine own were

Any man's death diminishes me 
Because I am involved in Man kind
And therefore never send to know
For whom the bell tolls
It tolls for thee.

testo di John Donne  (mai pubblicata, improvvisata live durante un'intervista a casa sua nel 1980)

traduzione di Ermanno Tassi   10/14

1)  Questo è un testo poetico di John Donne (1572-1631) che reca in sé la famosa frase: " non domandarti mai per chi suoni la campana, suona per te"; la frase venne presa a prestito da Hemingway per il suo romanzo sulla Guerra Civile Spagnola “Per chi suona la campana”.

Nota personale, tutti dicono suona, ma si tratta di un congiuntivo, che in inglese è messo all’indicativo, non essendoci il congiuntivo anche perché non è una domanda, attenzione!   E’ un errore grave, e qualcuno è d’accordo con me  secondo questo copia incolla:

Suona per ricordare che ... nessun uomo è un "isola", cioè può considerarsi indipendente dal resto dell'umanità: E allora, non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te.   (John Donne, e non Hemingway come si crede) – dal blog Giovanni corre.

Anche nel sito studiotaf si dice la stessa cosa, quello che è curioso è che nel titolo viene scritto: Per Chi suona la campana, ma poi nella traduzione dei versi viene messo suoni.  Morale della favola, tutto questo discorso in difesa della lingua italiana è  per dire che ci sono in giro un sacco di libri e di film con un errore di grammatica nel titolo, a meno che a qualcuno sia venuto in mente di metterci un punto interrogativo, sarebbe sbagliato comunque, ma non se ne accorgerebbe nessuno.   Beppe e i lettori del sito mi scuseranno, non è che voglio fare il saputello, ma io sono un purista della lingua italiana, e mi spiace vederla vituperare ad ogni piè sospinto specialmente dalle Fiction televisive dove se ne sentono di tutti i colori (a parte le forme dialettali), qualcuno la chiama evoluzione, per me è tornare all’analfabetismo degli anni ’60 quando giustamente la RAI TV mandava in onda la rubrica “Non è mai troppo tardi” che insegnava agli italiani a leggere e scrivere. (Ermanno Tassi)