da corrieredelveneto.it
il concerto
Il baronetto del pop strega l’Arena
Tripudio per Elton John: «Sono fortunato a suonare in questo
posto». Tutto esaurito e grande entusiasmo ieri sera per le canzoni
della star.
Arena in «sold-out» per il concerto di «Captain Fantastic», Sir Elton John
(Fotoland)
VERONA — Elton John is back! Il baronetto del pop mancava
dall’Arena di Verona dal 25 maggio del 2002 (dove aveva suonato
stoicamente nonostante un acquazzone primaverile) e ieri sere a dargli
il bentornato c’era un cielo quasi terso e il suo fedelissimo pubblico,
capace di mandare sold out il concerto da quasi un mese.
Prima dell’esibizione del baronetto del pop ci ha pensato la
voce soul di Anastacia a scaldare il pubblico dei 14mila dell’Arena.
Già sul palco dalle 20 (per non togliere tempo alla lunga scaletta del
pianista pazzo) la cantante americana si è lanciata in tre quarti
d’ora di musica, nove canzoni tra blues, pop e rock, toccando le mega
hit «Paid my dues» e «Not that kind» fino a chiudere con «Left outside
alone».
C’è ancora la luce, alle 21 precise, quando Sir Elton John
entra sul palcoscenico. Sul palco, sobrio ed essenziale (molti led ma
senza megaschermi), c’è la Elton John Band: dopo una serie di piano
solo e Red Piano Tour, il «Capitan Fantastic» ha voluto tornare al
rock riunendo una delle migliori line up degli ultimi anni. Ecco che
si riconosce Nigel Olsson (batterista che è al fianco del pianista dal
tour americano del 1970/71), Guy Babylon (tastierista nel gruppo
dall’89), Bob Birch (bassista nella band dal 1992) e John Mahon
(percussionista, in carico alla Ejb dal 1997). A dare il tempo alla
band ancora una volta è Davey Johnstone, il chitarrista storico di
Elton John, dal 1972 la chitarra principale di Elton sia dal vivo che
in studio: a lui da sempre è perfino affidata la scelta dei musicisti
per i tour.
L’entrata di Elton, completo scuro con strass, camicia blu e
occhiali da sole, è accolta con una standing ovation, poi si siede al
pianoforte nero a coda e prosegue Funeral For A Friend / Love Lies
Bleeding, ariosa suite dal sapore progressive già iniziata sul palco
dalla band. Poi Elton scende dallo sgabello e inizia a invitare il
pubblico ad applaudire e scatenarsi. «Sono fortunato a essere qui e
contare in un posto meraviglioso come questo, l’ultima volta che ho
suonato ha piovuto piovuto piovuto...».
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Repertorio migliore con grandi ballate e classici rock per Elton John a Verona
(Fotoland) |
Il pianista di Pinner ha tirato fuori dalla scaletta il meglio
dai suoi 29 album in studio, 4 album dal vivo, 5 colonne sonore e 8
raccolte (per un totale, includendo i singoli, di 360 milioni di
dischi venduti) con uno sguardo privilegiato alle canzoni degli anni
’70, periodo d’oro di Elton John. Dopo la prima canzone, omaggio
all’album più famoso Goodbye Yellow Brick Road (1973), parte la
cavalcata hard rock di Saturday Night’s Alright For Fighting.
Un piccolo gioiello come Burn Down The Mission e ancora Goodbye
Yellow Brick Road. I Guess That’s Why They Call It The Blues, hit
dell’album Too Low for Zero dell’83. Ancora un salto negli anni ’70
con Daniel da Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player (1973), Honky
Cat e Rocket Man da Honky Chateau (1972) (interrotte da I Want Love
da Songs from the West Coast del 2001). Spazio alle atmosfere più
romantiche con Sad Songs (Say So Much) (da Breaking Hearts 1984), Take
Me To The Pilot (Elton John 1970), Sorry Seems To Be The Hardest Word
(Blue Moves 1976), Tiny Dancer (Madman Across the Water 1971) e
Sacrifice (Sleeping with the Past 1989).
Apertura verso il recente passato
con Don’t Let The Sun Go Down On Me (To Be Continued 1990), per poi
ritornare ai Seventies con il glam di All The Girls Love Alice e
Candle In The Wind (da Goodbye Yellow Brick Road), il primo singolo
di Elton John Skyline Pigeon (da Empty Sky, 1969). Si riscopre poi un
bel brano come Are You Ready For Love (The Thom Bell Sessions del
1979), e via alle classiche super hits come Bennie And The Jets (da
Goodbye Yellow Brick Road), The Bitch Is Back (Caribou del 1973) e
Crocodile Rock (Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player del 1973). Il
finale è per I’m Still Standing (Too Low for Zero 1983) e quella che è
stata votata come la canzone più bella di ogni tempo: Your Song (Elton
John del 1970). L’Arena è tutta in piedi ad applaudire il suo
baronetto. Francesco Verni
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Elton + Anastacia: 13mila in Arena, ma niente duetto
08/07/2009 02:37
L'attesa
dei fans non è andata delusa. La regina americana del soul e la pop
star inglese hanno infiammato gli spettatori, arrivati da ogni parte
d'Italia. Però le speranze di vedere assieme i due cantanti sul
palcoscenico dell'anfiteatro non sono state esauditte. In apertura un
omaggio a Michael Jackson
"Funeral
for a friend" infatti è stata la coanzone con la quale Elton John ha
inaugurato la sua performance areniana, mentre in contemporanea allo
Staple Center di Los Angeles si celebravano i funerali dell'amico
Michael Jackson.
Preceduta dall'esibizione di
Anastacia, che ha cantato per 40 minuti, Elton John ha tenuto alla
grande la scena (nonostante i 62 anni), arrivando
all'interpretazione-fiume di "Rocket man", durata ben 13 minuti, fino
ai bis finali. Un regalo che ha entusiasmato il pubblico dell'Arena.
da www.tgverona.it |