I bootleg
(o dischi pirata/non autorizzati) sono sempre stati un settore che ha
affascinato il fan o il collezionista di un determinato artista,
perché essendo registrazioni pirata danno la
possibilità
di ascoltare e possedere materiale usualmente non reperibile per vie
ufficiali (si tratta spesso di registrazioni live
o session alternative o
scartate di varie canzoni). Con le odierne tecnologie digitali i bootleg hanno sicuramente
perso appeal per il semplice fan,
che
attraverso i vari scambi può reperire, senza
cadute di qualità, tutto quello che c’è
in circolazione,
sia audio che video. Eppure rimangono un must
imperdibile per i veri
collezionisti, che continuano a ricercarli senza sosta.
A partire dagli
anni ’70 i bootleg
di Elton John sono sempre stati
relativamente pochi rispetto a quelli
pubblicati da altri artisti, nonostante il
materiale disponibile sia veramente notevole, se si
pensa a quanti tour e a quanti concerti abbia
fatto nella sua lunga carriera.
Gli LP, abbastanza
difficili da
trovare, hanno sempre avuto delle quotazioni relativamente elevate, forse
questo si deve all’esiguo numero di titoli di
sponibili e alle poche copie stampate.
Verso la fine
degli anni ’80, per un certo periodo, si è avuto
un enorme
sviluppo dei cosiddetti CD bootleg legali
grazie alla particolare legislazione di alcune
nazioni, come l’Italia, la Germania,
il Lussemburgo e
l’Australia,
che permetteva di pubblicare liberamente le registrazioni live e, con alcuni artifici, anche demo e rarità varie.
Dalla
metà degli anni ’90 questo non è
più stato possibile e i futuri CD sono diventati bootleg a tutti gli effetti. Esistono
ancora nazioni, come la Russia, alcuni paesi
asiatici e dell’est, che pubblicano
dei CD che possiamo definire bootleg,
ma sono edizioni particolari di album regolari. Fare un elenco completo
di
tutti questi dischi è praticamente impossibile,
perché
nessuno sa esattamente quanto materiale è stato pubblicato
nel corso degli
anni.
Un
discorso completamente a parte va fatto per la fortissima espansione
dei CD-R
(registrabili, masterizzati) che spesso sono venduti anche nelle fiere
a prezzi non indifferenti: al giorno
d’oggi tutti possono farsi queste copie in casa, con label, copertina e tutto quello che ci
vuole, per cui non hanno nessunissimo valore, sono
equiparabili alle audiocassette, che sono appunto
andati a sostituire.
Cercheremo di
fare un riepilogo
più esauriente possibile, specificando che nessuno vuole
incitare all’acquisto
di bootleg (che
è chiaramente
vietato), anche se la gran parte di questo materiale
è ricercato solo dai
collezionisti e quindi non è certo questo tipo di
pirateria così circoscritto a poter incidere seriamente
sulla vendita dei
dischi o favorirne la crisi.
Queste sono semplicemente liste informative, non sono
dischi
in vendita!
to
be continued ...........