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Il musical ha debuttato a Londra nel marzo del 2005 dove è rapprentato con successo al Victoria Palace Theatre, glorioso teatro londinese.  E' tratto dall'omonimo film inglese, grande hit nel 2001.  E' diretto da Stephen Daldry, da uno script di Lee Hall, il duo che aveva prodotto anche il film.  Nel 2007 sono apparsi in circolazione anche dei 'demo cantati da Elton. e nel novembre del 2008 ha debuttato con successo anche a Broadway, all'Imperial Theatre



Team di produzione

ELTON JOHN - COMPOSIZIONE

LEE HALL - TESTI

STEPHEN DALDRY - REGISTA

PETER DARLING - COREOGRAFIE

IAN MACNEIL - ALLESTIMENTI SCENICI

MARTIN KOCH - SUPERVISORE MUSICALE

PAUL ARDITTI - PRODUTTORE DEI SUONI

RICK FISHER - LUCI

PHILIP BATEMAN - DIRETTORE MUSICALE

JULIAN WEBBER - DIRETTORE ASSOCIATO

NICKY GILLIBRAND - COSTUMISTA
 

WORKING TITLE - PRODUTTORI

OLD VIC PRODUCTIONS PLC - PRODUTTORI

DAVID FURNISH - PRODUTTORE ESECUTIVO


LE CANZONI
 

The Stars Look Down
Shine
Solidarity 
Goodbye Grandma
Grandma's Song (We'd Go Dancing)
I Don't Have A Day
Expressing Yourself
Dear Billy (Mam's Letter)
Born To Boogie
Merry Christmas Maggie Thatcher
Not A Tea Dance
Not Only Puffs
He Could Be A Star
The Letter
That's Fine

Electricity
Once We Were Kings
Dear Billy (Billy's reply)

 
 Lee Hall, Elton John e Stephen Daldry alla premiere del musical al Victoria Palace Theatre
Billy Elliot premiere in London Billy Elliot premiere in London Billy Elliot premiere in London
Billy Elliot premiere in London Billy Elliot premiere in London Billy Elliot premiere in London
 

 
 

dal Corriere della Sera del 14/4/2005

BILLY ELLIOT E' LA MIA STORIA E NE HO FATTO UN MUSICAL
Elton John produttore dello show che debutterà a maggio "In quel bambino incompreso ho rivisto me alla sua età"

Londra - Alla prima, a Cannes, quattro anni fa.  E' lì che Sir Elton John ha deciso che dal film Billy Elliot, la pellicola che ha superato ogni aspettativa in termini di incassi e lanciato le carriere del regista Stephen Daltry e del giovane attore Jamie Bell, avrebbe tratto un musical.  Perchè?  Nella storia del giovane aspirante ballerino ha rivisto se stesso.  "Mi scorrevano davanti agli occhi le immagini dell'infanzia di questo bambino incompreso e non riuscivo a smettere di piangere - ha raccontato - Mi hanno fatto pensare alla mia famiglia.  Con Billy Elliot ho rivissuto parte della mia vita".  Cosa possano avere in comune un ragazzino cresciuto nel disagiato nord inglese in pieno sciopero dei minatori e una star tutta brillanti e parrucche è, di primo acchitto, difficile da comprendere.  Ma Sir Elton insiste.  "La storia di Billy è la mia storia.  Mio padre voleva che entrassi in aeronautica, come lui, o che diventassi un avvocato.  Ma io sapevo di avere un dono per la musica e non ero disposto a rinunciarvi".  Ostacoli e determinazione, insomma, proprio come l'eroe del film.  C'è dell'altro: il padre di Sir Elton - allora Reginald Dwight - se ne andò di casa quando il figlio aveva 11 anni, nella pellicola Billy perde la madre quando è ancora bambino.  Proprio come Billy, inoltre, John ha dovuto fare la spola con il centro di Londra, dopo che, a 17 anni, vinse una borsa di studio per la Royal Academy of Music.  Sir Elton e Billy, in pratica, hanno in comune più di quanto si possa pensare.  Anche perchè per il musicista la mancata approvazione del padre è stata un colpo duro da sopportare.  "Qualche anno fa hanno riallacciato i rapporti - ha raccontato David Furnish, patner di Elton - ma ormai era troppo tardi.  Avevano già sofferto abbastanza."  Se ha deciso immediatamente di farne un musical, Sir Elton si è anche battuto affinchè la squadra originale rimanesse per la maggior parte invariata.  Il regista, così, è sempre Daltry, che dopo Billy Elliot ha diretto The Hours, con Nicole Kidman e Meryl Streep, il coreografo è Peter Darling e il librettista Lee Hall.  Quest'ultimo dapprima ha fatto resistenza. "Continuava a ripetere che non sapeva dove cominciare per scrivere i testi - ha detto Sir Elton - Io gli ho risposto che Billy era una sua creatura e che doveva semplicemnte ascoltare cosa gli diceva il cuore".  La prima fissata per il 12 maggio al Victoria Palace Theatre di Londra, è attesa con grande interesse, ma se lo spettacolo è presentato come uno degli arrivi più entusiasmanti del West End non ha avuto un iter privo di difficoltà.  Per trovare i protagonisti - la parte di Billy verrà ricoperta da tre ragazzini che si daranno i turni, James Lomas, 15 anni, George Maguire, 14 e Liam Mower, 12 - ci sono voluti 12 mesi di provini.  In tutto il cast comprende 60 minori un fatto, questo, che ha imposto riduzioni dell'orario di lavoro e che ha reso necessario posticipare le anteprime sino al 31 marzo. "Non avevamo scelta - ha spiegato il regista - La cosa più importante è la salute dei ragazzi.  Erano stravolti, se avessimo continuato allo stesso ritmo avremmo rischiato di infliggere loro gravi problemi". Per Daltry, che professionalmente nasce come uomo di teatro, "Billy Elliot - The Musical" rimane "il progetto più difficile" che ha mai affrontato.  "Per questi ragazzi ogni scena presenta grandi sfide fisiche.  Coordinare le prove con le lezioni di ballo e la scuola è stata un'operazione complicatissima".

Paola De Carolis


 LA REPUBBLICA  - 02/04/2005

Lacrime per Billy Elliot in musical

A Londra "standing ovation" alle canzoni di Elton John
 

Tre protagonisti e tre cast diversi per le leggi inglesi sull´utilizzo dei minorenni in scena

DAL NOSTRO INVIATO
GIUSEPPE VIDETTI

LONDRA - Nord dell´Inghilterra, anno 1984. In un paese devastato dalla disoccupazione, con i minatori in sciopero che inveiscono contro Margaret Thatcher, un bimbo di 11 anni orfano di madre, Billy Elliot, sogna di diventare ballerino. Complici il fantasma della mamma, la maestra di danza che guida una classe sgangherata di sole bambine per 50 penny a lezione e l´amico del cuore che lo esorta a essere se stesso e seguire il proprio istinto. Gli altri, il resto del paese, tutti contro. Soprattutto il burbero genitore che lo vorrebbe pugile provetto e reagisce violentemente quando scopre che il ragazzo «è contaminato da quella orrenda passione da finocchio». La storia, tenera e intrigante, ha già commosso il pubblico al cinema. Billy Elliot, diretto nel 2000 da Stephen Daldry, ha avuto tre nomination all´Oscar ed è diventato un film culto. Ora lo stesso team ha trasformato quel film in una commedia musicale di tre ore (costo 9 milioni di euro), la più attesa della stagione, in scena al Victoria Palace Theatre di Londra dall´11 maggio. Ma questa volta, accanto ai nomi di Daldry e dello sceneggiatore Lee Hall, ci sono anche quelli di Elton John, che ha composto le musiche, e del suo compagno David Furnish, che figura tra i produttori di Billy Elliot - The Musical.
Giovedì sera, prima preview davanti a una platea, l´atmosfera era quella delle grandi occasioni, ma la composizione del pubblico decisamente originale. Una marea di adolescenti affollava ogni ordine di posto. «Piansi a dirotto quando vidi il film al festival di Cannes», ricorda Elton John. «La storia di Billy, figlio di proletari con ambizioni artistiche fuori dalla sua portata, ha molte similitudini con la mia adolescenza. Da ragazzo, sognavo di fare il musicista. Riuscii a realizzare le mie ambizioni grazie al supporto incondizionato di mia madre e di mia nonna». «Il papà di Elton era un militare, decisamente poco sensibile alla musica e ostinatamente contrario al fatto che suo figlio potesse solo sognare di diventare un cantante pop", precisa David Furnish.
Liam Mower (già membro del Royal Ballet), 12 anni, il primo dei tre Billy Elliot selezionati tra tremila ragazzi a essere andato in scena, ha letteralmente fatto venire giù il teatro in parecchi momenti dello spettacolo. Quando per la prima volta partecipa a una lezione di danza in mezzo a sole bambine in tutù impegnate in una specie di «truc à plume» alla Zizi Jeanmaire; quando legge (anzi, canta su musica di Elton John) alla sua insegnante la lettera che gli ha lasciato sua madre in eredità; quando rabbioso prende a sassate gli scudi della polizia che carica la manifestazione dei minatori; quando insieme al suo amico inscena un esilarante spettacolino «en travesti»; quando audacemente sfida il collerico papà e con la sua arte, come Dio ad Abramo, riesce a fermare la mano che sta per colpirlo; quando vola sul palco (agganciato a una fune d´acciaio) ormai completamente in preda al suo sogno; infine quando, convocato dal Royal Ballet, abbandona la casa paterna e la nonna che gli ha fatto da madre alla volta di Londra per diventare cigno.
La ricerca dei personaggi è stata estenuante. Per la legge inglese i bambini non possono lavorare più di tre giorni a settimana e comunque non oltre sei mesi. Per questo la produzione ha dovuto allestire tre compagnie di giovani (sono quindici i minori in scena) ognuna capitanata da un diverso Billy Elliot (al giovane Mower si alternano James Lomas e George Maguire). I piccoli devono saper ballare, recitare, cantare, fare numeri acrobatici. E devono essere coperti da una speciale assicurazione. Il musical, come si è visto l´altra sera, non è del tutto privo di rischi. Il palcoscenico è irto di insidie. Una botola lasciata inavvertitamente aperta ha rischiato di inghiottire il protagonista e uno spessore non perfettamente rientrato ha causato la caduta, fortunatamente non rovinosa, di Haydn Gwynne (la maestra di danza). Lo spettacolo è stato sospeso per qualche minuto, ma nessuno tra il pubblico ha osato fiatare. A recuperare l´intensità sono bastate le canzoni scritte da Elton John per il finale. Una su tutte, «Electricity», che il bimbo intona all´audizione per il Royal Ballet: tutti in piedi, una standing ovation quando ancora mancava un´ora alla fine.
 

Speciale da Londra: BILLY ELLIOTT, il Musical!       da www.teatro.org
Teatro.Org
Speciale da Londra: BILLY ELLIOTT, il Musical!
Quando un film diventa musical e il successo del primo si propaga nel secondo: Billy Elliot, The Musical.
Al Victoria Palace Theatre ecco il team pluripremiato di uno dei film più amati dal pubblico britannico dell’ultimo decennio, candidato a 14 BAFTA Awards (British Academy of Film and Television Arts) e 3 Premi Oscar, sotto l’egida dello stesso Director, Stephen Daldry, Billy Elliot, The Musical vince l’Olivier Awards 2006 (Miglior Musical dell’anno).

Non potrebbe essere altrimenti, quando insieme a Stephen Daldry collaborano il coreografo Peter Darling, lo stesso del fortunato film ed Elton John per le musiche: quando gliel’hanno proposto, era letteralmente entusiasta all’idea di comporre per un musical la cui storia in fondo rappresentasse così da vicino la sua stessa esperienza.

Il risultato è scoppiettante, divertente, curato nei particolari, scenograficamente sofisticato e coreograficamente innovativo. Un tripudio di professionalità. Non un vuoto scenico, non un momento di noia, non uno spunto di disattenzione. Insomma, attingendo dalla frase più famosa del film stesso, nel momento in cui la severa giuria della Royal Ballet School chiede a Billy quale sensazione provasse quando danza, diciamo pure che Billy Elliot The Musical è “Elettricitá”!

Ma chi impersona l’undicenne del North England, figlio dello sciopero dei minatori del 1984 che sogna di diventare un ballerino della Royal Ballet School?


Non un nome solo ma ben quattro. Quattro baby-artisti a dir poco fenomenali, che si alternano sul palco nel corso della lunga tournée teatrale che ormai va avanti ininterrottamente dal 31 marzo 2005. Il Billy di turno deve sostenere il ritmo serrato di una performance completa in cui, per tre ore danza - passando attraverso gli stili più controversi - recita e canta sempre al massimo del rendimento.
Stupefacente tanta sicurezza, padronanza della scena, professionalitá ed espressivitá a soli 12 anni! Era esattamente ciò che il team stava cercando durante il lungo percorso delle audizioni tenutesi in tutta l’Inghilterra, all’avanscoperta di ragazzi pieni di talento. “Volevamo essere sicuri che nessun ragazzino con del talento sarebbe rimasto inespresso” dice Jessica Ronane, responsabile delle audizioni.

Selezione severa non solo per la ricerca di Billy, ma anche per gli altri giovani personaggi: Debbie, figlia dell’insegnate di danza e Michael, l’amico affezionato che ama indossare gli abiti della sorella. Sono entrambi interpretati da giovanissime promesse e l’intero corpus di ragazzine, colleghe di danza di Billy e Debbie e’ strabiliante. I bambini sono protagonisti in toto - sebbene il cast si avvalga di presenze adulte non da poco – ma lo spettacolo e’ ben altro che una specie di recita scolastica evoluta.

Un paio, tra i mille espressi, i momenti particolarmente emozionanti: la danza furiosa di Billy che manca alla sua audizione a causa del padre e del fratello non concordi; la seconda, quella con il suo Io da grande.
Nella prima ci imbattiamo in una coreografia dura, grintosa, rabbiosa. La danza contemporanea si interseca al tip-tap; sullo sfondo una solida base classica.

L’adrenalina sale. Noi, sulle poltrone, avvertiamo la delusione, sentiamo la rabbia, tocchiamo il desiderio di Billy di danzare, di danzare, di danzare...
Nella seconda, invece, Billy si cimenta in un pas de deux con un suo emulo di eta’ maggiore. È lui stesso, cresciuto; stessa coreografia per loro inizialmente, poi tutto diventa un sogno. Billy vola sul palcoscenico sostenuto da una fune, la sua coreografia aerea è accompagnata dal suo alter Ego che a tratti lo tiene per mano e a tratti lo lascia libero.

Nel film, soltanto nell’ultima scena un prestante Adam Cooper, ballerino affermato, impersona Billy Eliott da grande e ci è concesso di vederlo in un unico, meraviglioso salto che chiude la sequenza.
Qui la scelta cambia. Daldry inserisce la presenza del Billy ormai cresciuto a metá del secondo atto. Probabilmente non essendo cronologicamente realistico, l’accezione acquista un diverso significato. Potrebbe essere l’espressione di un sogno…una speranza.

Billy Elliot,The Musical e’ un concentrato di emozioni, una sorpresa continua, una calda incredulitá di fronte a tanta bravura che aumenta il battito cardiaco degli spettatori fino ad irrompere con un applauso sincero e scrosciante.

Possiamo credere al commento di BBC London?
“Probabilmente questo è il piu’ grande musical dai tempi di A Chorus Line”.


Inserita il 21 - 11 - 06
Fonte: Tania Mastrangioli


 
 Elton John - Billi Elliot  Elton John - Billy Elliot
Elton sul palcoscenico in occasione del 1° anno di rappresentazioni di Billy Elliot al Victoria Palace Theatre di Londra

da theatre.com

Billy's Birthday Bash: 

The Original Trio and Elton John in a Tutu

by Mark Shenton

Billy Elliot’s first birthday went off without a hitch. With surprises, tears and cheers, the West End’s biggest hit of the last year celebrated its anniversary at the Victoria Palace Theatre on 12 May.  

Director Stephen Daldry created a one-off event for the anniversary. He staged a reunion of the Olivier Award-winning trio of boys (James Lomas, George Maguire and Liam Mower) that had originated the title role between them and shared it at separate performances. On this special night, they shared the role in alternate scenes. Speaking afterward, Daldry exclaimed, “I feel such relief! We spent far too long rehearsing it. It took a lot of energy.” He was justifiably thrilled with the result. “I can only ever speak from what I feel, but I loved it,” he said. “I thought it was great.”

Celebrated composer Elton John and partner David Furnish (who is also one of the show’s three executive producers) were seated in the middle of the stalls during the performance. Both were beaming like proud dads. “That was exhilarating,” John said after the show. “I haven’t seen it for a while because I’ve been away, but I enjoyed it as much tonight as I did when I first saw it. You notice things they’ve changed, little bits of script and dancing that have been changed. They are always trying to improve it, and I think they have. So I am delighted. I hope it runs for a few more years yet.”

The reception that the show received—with several standing ovations during the performance as well as one at the end—is in marked contrast, however, to what happened when John's latest musical, Lestat, which opened on Broadway less than three weeks ago. Co-written with his longtime pop collaborator Bernie Taupin, John said, “I’m very fond of Lestat, as well. You put so much of your creative energy into doing music. Obviously we didn’t get the reviews for Lestat that we got for this one, but it doesn’t mean to say that I’m not as proud of the music. I got some really bad reviews for the music in Lestat, and I thought that was very unfair. I thought the music I wrote was pretty fantastic, but you have to take the rough with the smooth. I came back to England and thought, ‘Am I going to sit here and sulk?’ I thought, ‘No, I’m alive, I’m well, and I’m proud of what I did, and I can’t do anything about it.’”

For the curtain call, John joined the boys onstage wearing a tiny white tutu over his trousers. “The fitting took place backstage, right before I went on,” he laughed. “I just got here an hour before time and they told me what I was going to do.”

It came as a surprise to the boys, too. “We didn’t actually know he was wearing a tutu,” said 13-year-old Mower, who is still in the show. “We wanted him to dance,” added 16-year-old Lomas, who is now in the midst of his GCSE exams. “But he wouldn’t do that,” finished 15-year-old George Maguire.

The three frequently speak in triplicate, finishing each other’s thoughts and sentences. “The adrenalin was so kicking in, like, I felt like being sick”, said Mower. “The audience felt so close,” Lomas replied, “I don’t know about being sick; I felt like it was at a Live Aid performance!” And Maguire said, “I wanted to cry. When people shouted out, ‘Go on, George!’ it just made me feel like proper emotional.” Lomas actually did visibly cry onstage at the end of the show. “Because it’s a sad scene, I cry anyway,” he explained, “but also because it was my definite last show.”

Earlier this year, the trio shared the Laurence Olivier Award for Best Actor in a Musical, becoming the youngest performers to receive it. How was that night?  Maguire: “It was brilliant!” Lomas: “You can’t explain it!” Maguire: “But I knew it, didn’t I? They came out with three little medal things, actually big medal things, and I went, ‘James, we’ve won it! There are three statues!” Lomas: “We just jumped and stood on the chairs and went, ‘Yeah!’ And started dancing on the stage”. Maguire: “I was going mental!” But Mower has found a practical use for his statue: “I use it as a doorstop”.

Now Lomas and Maguire have moved on from the show, what’s next for them? Lomas is doing his GCSEs and Maguire is hoping to attend college. “I just got a scholarship to Millennium Performing Arts School in London,” Lomas said, “and I’d like to do some more shows and films.” Maguire agreed, “Hopefully I’m going for auditions for films. My agent is a film agent.”

For Lee Hall, who wrote the book and lyrics for the show and was the original screenwriter of the film, the joy of the show is the reaction it continues to receive. “It’s quite overwhelming, really,” he said. “I’m always amazed by the warmth that people have toward the show and how it’s touched them. You can’t make that up. There’s nothing better for a writer.” He paid particular tribute to the contribution that the boys themselves have made. “It’s lovely to see all three boys, but it made me think of how fragile this show is and their talent at being the age that Billy Elliot is,” he explained. “It showed me how precious those moments are for each kid, and that’s what the show is all about. To see them come back and do that, having grown, makes me quite humbled. A lot of what we took for granted becomes obvious when it’s changed—we took a lot of their courage for granted, and their courage a year ago is very different to their confidence now. That’s the beauty of it. They’re flourishing.”

And so is the show. The next stop is New York. Daldry said that the timetable is now for it to open on Broadway in October 2008. John, meanwhile, is thinking of writing another musical already: “There is talk of Women on the Verge of a Nervous Breakdown, but that’s a long way off yet,” he said. “What we’ve got to do next is get Billy to New York and keep Lestat going and then see what else we can do.”


Billy Elliot a Broadway