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album I album secondari

  Elton John - Sleeping With The Past  (1989)
 
 
 

1) Durban Deep
2) Healing Hands
3) Whispers
4) Club At The End Of The Street
5) Sleeping With The Past
6) Stones Throw From Hurtin'
7) Sacrifice
8) I Never Knew Her Name
9) Amazes Me
10) Blue Avenue

Nel 2001 è stata pubblicata la versione rimasterizzata con le seguenti bonus tracks (già disponibili come B sides):

11) Dancing In The End Zone
12) Love Is A Cannibal
 
 
  Sleeping with the past
 
 

classifiche:
Stati Uniti:    23° posto
Inghilterra:  1° posto
Italia:    6° posto
 

 
  Sleeping With The Past
 


da Rockstar n° 109

ELTON JOHN
Sleeping With The Past

Titoli: Durban Deep / Healing Hands / Whispers / Club At The End Of The Street / Sleeping With The Past / Stones Throw From Hurtin' / Sacrifice / I Never Knew Her Name / Amazes Me / Blue Avenue. Produttore: Chris Thomas.
Brano Migliore: Durban Deep.

E lui gioca. E noi lo stiamo sempre a sentire. E lui scherza. E noi non ce la sentiamo di dirgli di no. Ma nonostante questa quasi involontaria sintonia, forse Elton non ha più voglia di scrivere. Forse non ha più voglia di cantare. Fa concerti bruttini, organizza scalette in cui c'è troppo synth, troppo business. Dove l'Elton vero, quello delle infinite, maniacali discese nella canzone d'autore, scompare pietosamente.
E' il lirico di "Indian Sunset", di "Come Down In Time" che se ne va lontano.
E' il tiepido e diffidente glam-boy di Don't Shoot me e di Goodbye Yellow Brick Road che ammette di non farcela più.
In Italia si fece conoscere perché un giorno steccò a Canzonissima una "Crocodile Rock" con base in playback. Ma era tutto quello che si meritava il varietà.
Era il periodo in cui Elton alzò i tacchi per diventare più alto (non per darsela a gambe) e più ambiguo.
Quei due dischi avevano tanta poesia nascosta nel blues e nel folk che ricomprarseli in CD non sarebbe uno sbaglio.
Ma qualcuno segnalò un calo. Errore. Era un massimo dove andavano a sposarsi la rarefazione di Tumbleweed Connection e una modernità, un'apertura americana che poi sarebbero degenerate.
Elton dice che queste nuove canzoni sono ispirate agli anni Sessanta. Manca però la continuità, mancano le connessioni tra refrain e strofa, manca l'anima e forse i tendini, perché queste realtà abbiano la fisionomia quasi umana delle sue più classiche composizioni.
E' la raccolta più pulita da 21 At 33, ma ti stanchi dopo un quarto d'ora. Come al concerto, che aspetti aspetti, ma di "Levon" nemmeno l'ombra.
6/10

Enrico Sisti


 

anno/label 1989 - ROCKET in UK, MCA in USA 
produzione Chris Thomas
arrangiamenti orchestrali
studio Puk Studios, Danimarca
musicisti Jonathan Moffet: batteria; Romeo Williams: basso; Davey Johnstone: chitarre e cori; Fred Mandel: tastiere e chitarra; Guy Babylon: tastiere; Vince Denham: sassofono; Marlena Jeter, Natalie Jackson, Mortonette Jenkins: cori; Elton: piano, cori
note album generalmente apprezzato dai fan, prodotto senza infamia e senza lode da Thomas; probabilmente la band peggio assortita per la musica di Elton e suoni molto "sintetici"

© badsideofthemoon