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album I album secondari


Elton John - Rock Of The Westies  (1975)

Elton era all'apice del successo e, come il precedente Captain Fantastic, anche Rock Of The Westies debuttò al n°1 della classifica USA di Billboard. Nella band Nigel Olsson e Dee Murray erano stati rimpiazzati da Roger Pope e Kenny Passarelli e  il sound del disco era orientato decisamente verso un genere più rock.  Paragonato agli altri album degli anni 70 è sicuramente posizionato su un livello inferiore soprattutto perchè non contiene canzoni eccelse come i suoi precedenti, si può affermare che con questo album finisce l'epoca d'oro dell'Elton John star delle classifiche mondiali.
 


 

1) Medley (Yell Help, Wednesday Night, Ugly)
2) Dan Dare (Pilot Of The Future)
3) Island Girl
4) Grow Some Funk Of Your Own
5) I Feel Like A Bullet (In The Gun Of Robert Ford)
6) Street Kids
7) Hard Luck Story
8) Feed Me
9) Billy Bones And The White Bird

 
 
 
 
 
 

classifiche
Stati Uniti:    1° posto (per 3 settimane)
Inghilterra:    5° posto
Italia:    16° posto





traduzione delle note accluse alla versione rimasterizzata del 1995

"Rock of the Westies", il primo LP di una nuova ed estesa Elton John Band, fu registrato nell'estate del 1975. Sebbene la sezione ritmica di vecchia data (formata da Nigel Olsson e Dee Murray) avesse suonato nel precedente album "Captain Fantastic", non lo aveva eseguito al concerto eltoniano del Midsummer's Day (1975) allo Stadio di Wembley, dove la nuova band fece la sua prima, grande apparizione in pubblico. Roger Pope, che Elton aveva conosciuto quando lui e il gruppo dell'uomo (gli Hookfoot) erano compagni in lotta alla DJM Records, costituiva il nuovo batterista, mentre il bassista era Kenny Passarelli, un americano del quale Elton ammirava il lavoro: i suoi crediti passati includevano album con gli Barnstorm, il gruppo formato da Joe Walsh dopo aver lasciato la James Gang. Walsh e Passarelli, insieme ad altri due membri dei Barnstorm, avevano composto "Rocky Mountain Way", brano largamente riconosciuto come il più grande successo di Joe dei primi anni Settanta. Insieme a Pope e Passarelli, Elton decise di assumere un secondo chitarrista oltre Davey Johnstone, e la scelta ricadde ovviamente su Caleb Quaye (dato che adesso Pope costituiva il batterista della band). Quaye conosceva John dalla metà degli anni Sessanta e aveva prodotto il suo primo singolo da solista, "I've Been Loving You"; inoltre, faceva anch'egli parte degli Hookfoot.
Elton necessitava anche di un secondo tastierista, e la sua scelta ricadde su James Newton Howard, un americano che aveva precedentemente lavorato con la cantautrice Melissa Manchester. La line-up, formata da 7 musicisti (dalla vecchia formazione erano stati mantenuti Ray Cooper e Davey Johnstone), avrebbe ovviamente permesso ad Elton prospettive musicali più considerevoli e una maggiore varietà. La nuova band registrò il decimo LP in studio di Elton al Caribou Ranch (Colorado), dove egli aveva prodotto i precedenti "Caribou" e "Captain Fantastic": i risultati furono distribuiti nell'autunno del 1975 sotto il nome di "Rock of the Westies", un gioco di parole ("spoonerismo") basato sull'espressione colloquiale americana "West of the Rockies" (intendente la zona tra le Montagne Rocciose e l'Oceano Pacifico). "Captain Fantastic" presentava una copertina memorabile ed era stato corredato in maniera lussuosa; paragonandone la cover a quella di "Rock of the Westies", si notava che quest'ultima sembrasse relativamente banale (sebbene in realtà l'album non fosse meno valido artisticamente), con le fotografie di Terry O'Neill e gli inevitabili, inestimabili testi di Bernie Taupin.
Ripensadoci, il più grande deficit dell'album era la mancanza di una seconda hit che avesse potuto seguire il successo di "Island Girl", dolce canzone su una prostituta giamaicana. L'album costituiva l'ultimo LP in studio che Elton era obbligato a registrare per la DJM Records, e quasi certamente stavano venendo effettuati dei preparativi per un nuovo inizio nel 1976 con una casa discografica differente nel Regno Unito: sebbene all'epoca egli sembrasse incerto sull'eventualità di firmare per l'etichetta, poichè era uno dei suoi responsabili. La rockstar aveva dichiarato al "Melody Maker": "So che in America potrei ottenere un disco d'oro col mio solo nome per 3 o 4 anni. Come diceva Pete Townshend, potrei cacare mattoni e la gente uscirebbe a comprarli". Ciò risultò veritiero per quanto concernesse i suoi album, sebbene per il 1977 le vendite dei suoi singoli iniziassero a declinare. Eccetto "Island Girl", che divenne il suo quinto singolo alla posizione Numero Uno negli States (il 45'' vendette otto milioni di copie), poche canzoni dell'album risultarono tanto memorabili (commercialmente) quanto la precedente miniera d'oro di classici, nonostante un altro brano dell'LP fosse stato scelto come primo singolo di Elton del 1976. Esso fu in realtà un doppio singolo, con "I Feel Like A Bullet (In The Gun Of Robert Ford)" - Robert Ford era l'uomo che uccise il leggendario fuorilegge Jesse James - e la rollingstonesca "Grow Some Funk Of Your Own" (che, come "Island Girl", sembrava parlare di una ragazza di strada) promosse in egual misura. "Funk" divenne una hit nella Top20 statunitense, sebbene anche "Bullet" fosse stata inserita nel libro "Billboard Top Pop Singles". Nel Regno Unito, dove "Funk" venne preferita a "Bullet", la prima divenne il singolo di Elton di minor successo dal 1970, ma l'album raggiunse inevitabilmente la vetta della classifica statunitense e divenne disco d'oro, rimanendo alla posizione Numero Uno per 3 settimane (comunque godette di un periodo di permanenza in classifica minore rispetto ai precedenti otto LP in studio). La risposta di chi acquistò il disco suggerì che questo non dovesse essere uno dei capolavori di Elton - ma fu l'ultimo album in studio che egli registrò per la DJM: da allora in poi sarebbe stato un libero agente. E dopotutto, l'LP raggiunse la vetta delle classifiche USA: così, ovviamente, non doveva esserci molto di sbagliato in esso.
Mentre "Grow Some Funk" era ancora nella Hot 100 statunitense, Elton registrò uno straordinario 45" che eclissò tutti i risultati dei suoi precedenti singoli nella classifica britannica (esso è qui incluso come traccia bonus). A quell'epoca, la lista di artisti messi sotto contratto dalla Rocket Records includeva un atto da classifica acolta nella casa discografica da Elton stesso, Kiki Dee, il cui raggiungimento passato più significativo era stato produrre un album per la Motown: per una cantante inglese era un riconoscimento senza eguali. Comunque, era stata elusa da un vero successo commerciale prima di aver firmato per la Rocket, dove aveva accumulato quattro hits in tre anni. Il duo John/Taupin aveva intanto composto una canzone che supplicava di essere registrata ed eseguita in duetto tra un uomo e una donna: Kiki Dee fu prevedibilmente (ma appropriatamente) invitata a far coppia con Elton. "Don't Go Breaking My Heart" (questo il nome del brano) era un brano romantico a cuor leggero con botta e risposta, accreditato ai compositori Ann Orson/Carte Blanche. "Horse and cart" ("Cavallo e carro", gli pseudonimi di Elton e Bernie)... il duetto divenne una mega-hit, raggiunse il primo posto negli USA (per un mese) e nel Regno Unito (per sei settimane) e risultò significativo, in quanto primo singolo di Elton a raggiungere la posizione Numero Uno in Gran Bretagna (un raggiungimento che precedentemente lo aveva eluso, in maniera inspiegabile). Una traccia bonus ad aver venduto milioni di copie è del tutto un bonus... mentre essa si consolidava come una hit strepitosa, John aveva già registrato il suo primo album per la Rocket, "Blue Moves": esso marcò sia la fine di un'era che l'inizio di un'altra. "Rock of the Westies" viene raramente citato come uno dei migliori album di Elton, ma qui include due singoli molto familiari, che hanno raggiunto la vetta delle classifiche e hanno venduto milioni di copie.

John Tobler, 1995

Traduzione di Pierluca Turnone  (2010)


da Rolling Stone del  18 dicembre 1975

Already the most commercially successful solo rock act since Elvis, Elton John continues to grow in popularity and there's no end in sight. Like the greatest show-business personalities, John displays phenomenal energy, shrewd professional judgment and a strong instinct for self-preservation — gifts that should ensure him his place as the quintessential Seventies pop star for as long as he desires.

But beside the fact that Elton John is a great live entertainer, his records, while commercially essential to his career strategy, have come to seem more and more artistically inconsequential. Rock of the Westies is mostly high-energy rock & roll produced by Gus Dudgeon with characteristic gloss. Though the personnel in John's band have changed somewhat, Dudgeon and John have altered only superficially the basic Elton John sound, which is seamlessly mechanistic. Rock merely steps up the pace and accentuates the gaudy textures of electric keyboards and synthesizers at the expense of orchestration.

As for the album's new songs, they barely accomplish their objective of providing the latest in synthetic boogie. Though this stuff may be great live, it doesn't hold up on record. Of the nine cuts, the most vivacious are "Yell Help," part of a three-song "Medley," the Jamaican-flavored hit, "Island Girl," "Grow Some Funk of Your Own" and "Hard Luck Story." These numbers, which take off from the basic Stones sound, also parody the Stones' preoccupation with sex and violence so nonchalantly that the themes are devoid of sensuality, menace or psychological nuance. If John's singing approaches Jagger's in technical polish, it is at the expense of subtlety. Unlike Jagger, whom he imitates time and time again, John sounds completely uninvolved with his material; he just belts nonstop.

Perhaps it's just as well, since close listening uncovers songs that seem scarcely complete. With the exception of "Island Girl," John's tunes are minimal. And among Bernie Taupin's lyrics, only "Feed Me," a song about incipient insanity, seems more than a glib, slapdash effort. And whoever bothers to listen to the lyrics of "Island Girl" might well find them racist and sexist and without the redeeming eroticism of "Brown Sugar."

Though Rock of the Westies gives no clue to the future direction of Elton John, I'm hoping that one of these days he, Bernie Taupin and Gus Dudgeon will make the great album I'm convinced they're capable of. At present, their only work that is likely to last is Honky Chateau and a handful of singles, most of them collected on Greatest Hits.



STEPHEN HOLDEN


www.debaser.it

da /recensionidb/ID_29532/Elton_John_Rock_of_the_Westies.htm


di Starblazer

23 maggio 1975: viene pubblicato "Captain Fantastic And The Brown Dirt Cowboy"; 4 ottobre 1975: viene pubblicato "Rock Of The Westies". Pochi mesi separano le due date, ma è come se fossero passati interi anni tale è la distanza a livello artistico e stilistico che separa questi due album di Elton John, entrambi registrati al Caribou Ranch: "Rock Of The Westies" è l'opera di un artista che dopo aver sfornato capolavori a getto continuo per cinque anni comincia ad avvertire le prime avvisaglie di stanchezza e soprattutto indecisione sulla strada musicale da seguire, aspetto che si accentuerà ulteriormente nel confusionario "Blue Moves" del 1976.

"Rock Of The Westies", registrato senza Dee Murray al basso e Nigel Olsson alla batteria, sostituiti da Kenny Passarelli e Roger Pope è un album che può piacere o meno, ma sicuramente si tratta di un caso unico nella discografia di EJ, che ne prima ne dopo proporrà un sound così decisamente orientato al rock, un rock ritmato dalle influenze funk e soprattutto psichedeliche dal gusto molto personale, e l'esperimento dà anche ottimi risultati, come ad esempio "Medley (Yell Help/Wednesday Night/Ugly)", che a dispetto del nome è un unico discorso musicale sorretto dagli incalzanti riffs della chitarra di Davey Johnstone, che nel finale rallenta assumendo tinte psichedeliche fino a chiudersi in un bizzarro crescendo dominato dai cori del trio Labelle: stranamente mai suonata dal vivo, questa è sicuramente la performance di maggior spessore di "Rock Of The Westies", una canzone trascinante e orecchiabile anche se tutt'altro che radiofonica, che mostra un Elton John decisamente in palla che riesce ad entrare nel mondo del rock mantenendo intatta la propria originalità.

Dopo la piacevole sorpresa dell'opener l'album si mantiene su ottimi livelli con la stralunata "Dan Dare (Pilot Of The Future)", che riprende le sonorità vagamente lisergiche di "Medley" caratterizzandosi per l'interpretazione roca e raschiata di EJ, completamente diversa dal suo cantato più tradizionale, mentre "Grow Some Funk Of Your Own" è un bel glam rock "pestone" che rientra nello stesso filone di "Saturday Night's Already For Fighting" e "The Bitch Is Back", completando il novero dei pezzi migliori del disco insieme alla scanzonata e poppeggiante "Island Girl", dal retrogusto esotico e ad "I Feel Like A Bullet (In The Gun Of Robert Ford)", l'unica ballata di "Rock Of The Westies", grande canzone ammantata di sognante malinconia, e nonostante il suo grande valore poco conosciuta e considerata.

Peccato che, oltre alle cinque canzoni che ho citato, che comunque valgono a "Rock Of The Westies" un meritato voto positivo, le rimanenti quattro sono abbastanza anonime e prive di spunti interessanti: EJ si incaponisce nel voler essere un cantante rock tout-court, pur non avendone la vocazione, ed il risultato finale è un album che si divide nettamente in due tra un'ottima prima parte ed una seconda puramente riempitiva che purtroppo condiziona il risultato finale del primo disco "alla cocaina" di Elton John che, pur con la sua originalità e le sue sottovalutate gemme, rimane senza dubbio l'album di minor spessore di un decennio che ha visto EJ toccare vette ben più alte e inarrivabili.







anno/label 1975 - DJM in UK, MCA in USA 
produzione Gus Dudgeon
arrangiamenti orchestrali  
studio Caribou Studios 
musicisti Caleb Quaye: chitarre e cori; Davey Johnstone: chitarre, mandolino, sintetizzatore e cori; James Newton Howard: tastiere;  Roger Pope: batteria; Kenny Passarelli: basso; Ray Cooper: percussioni; Clive Franks: percussioni e cori; Kiki Dee: cori; Patty Labelle: cori; Gus Dudgeon: cori; Elton: piano e cori
note  Grande successo, soprattutto in Usa, ma inizio della parabola discendente dopo una stagione straordinaria