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Elton John - Don't Shoot Me, I'm Only The Piano Player  (1972)

Don't Shoot Me, I'm Only The Piano Player rappresenta il completamento della virata verso una musica più "commerciale", fruibile da un pubblico più vasto.  Ritorna  in alcuni brani Paul Buckmaster con i suoi arrangiamenti orchestrali, ma le canzoni e i suoni sono molto più pop, di immediata assimilazione.  Crocodile Rock spopola nelle classifiche di mezzo mondo e l'album arriva ai vertici anche in Italia facendo conoscere Elton come popstar del momento.   Splendida copertina e ricco booklet interno, come Elton ci aveva abituato anche per gli album precedenti.


Don't shoot me
 


1) Daniel
2) Teacher I Need You
3) Elderberry Wine
4) Blues For Baby And Me
5) Midnight Creeper
6) Have Mercy On The Criminal
7) I'm Going To Be A Teenage Idol
8) Texan Love Song
9) Crocodile Rock
10) High Flying Bird

negli anni 90 è stata pubblicata la versione rimasterizzata del CD con le seguenti bonus tracks:

11) Screw You (Young Man Blues)
12)  Jack Rabbit
13) Whenever You're Ready
14) Skyline Pigeon (versione con il pianoforte al posto del clavicembalo)

 
 
 

Don't Shoot Me - Elton John

 


'Don't Shoot Me I'm Only The Piano Player' fu il sesto LP (studio) di Elton John, e complessivamente il suo ottavo album. Distribuito nel gennaio del 1973, fu il suo primo disco a raggiungere la vetta della classifica inglese (rimanendo al primo posto per sei settimane) e il suo secondo LP a raggiungere la vetta della classifica americana durante la permanenza per più di un anno e mezzo nella Top 200 della classifica degli album 'Billboard'.  Fu il primo album di Elton ad includere due singoli da hit nella Top 5 inglese, mentre negli Stati Uniti l'LP non includeva solo il suo primo vero singolo arrivato in prima posizione, ma anche un secondo 45'' che raggiunse la Top 3. 

Fu il secondo LP di Elton John ad essere registrato in Francia, agli Strawberry Studios, situati nello Chateau d'Hierouville, costruito nel XVII secolo in una rustica laguna costiera a circa 25 miglia a nord di Parigi. Lo studio di registrazione era stato precedentemente adoperato dai Grateful Dead, e Elton e la sua band avevano lavorato lì per la prima volta all'inizio del 1972, chiamando l'album prodotto 'Honky Chateau'; fu deciso di tornare lì per 'Don't Shoot Me I'm Only The Piano Player'. L'album fu così chiamato dopo una sponteanea risposta di Elton al grande autore di commedie Groucho Marx, che John aveva incontrato a Hollywood. Il leggendario veterano prese in giro Elton sul fatto che il suo nome fosse scritto al contrario, e che probabilmente quello vero fosse John Elton! L'osservazione di Elton era spiritosa e certamente non senza ironia, ma sembrò tenerlo in scarsa considerazione, da momento che anche lui componeva musica, cantava parole, esibiva canzoni sul palcoscenico ed era costantemente al centro dell'attenzione dei media. La copertina dell'album riconosceva l'influenza di Groucho: l'inquadratura della cover é l'entrata in strada di un cinema, il quale proclama come spettacolo principale 'Don't Shoot Me I'm Only The Piano Player', protagonista Elton John, mentre un poster più piccolo fa pubblicità al capolavoro dei fratelli Marx, 'Go West'.

Le due grandi hits, 'Crocodile Rock' e 'Daniel', dominano così tanto l'LP che alcune delle altre tracce sembrano ingustamente sottovalutate, come 'Blues For My Baby And Me'. Quest'epopea molto orchestrata, nel finale, include squilli di tromba che richiamano alla mente l'album classico 'Forever Changes' dei Love (gruppo di Los Angeles) come pure un eccellente assolo wah - wah di chitarra di Davey Johnstone, la più recente recluta della Elton John Band, formata dal bassista Dee Murray e dal batterista Nigel Olsson. Johnstone aveva suonato come un musicista libero professionista nell'album di Elton 'Madman Across The Water', nel 1971, e aveva anche contribuito all'album 'Honky Chateau', ma prima di unirsi a John, era stato il punto di forza dei Magna Carta, un gruppo folk per il quale Gus Dudgeon aveva prodotto un album nel 1971. Precedentemente, Johnstone faceva parte di un duo insieme alla nota star folk Noel Murphy, che si formò sotto il (oppure: 'soccombette al') bizzarro nome di 'Murph & Shaggis'! 'Have Mercy On The Criminal' é anch'essa impressionante, tra le linee classicheggianti di 'Burn Down The Mission' dell'LP 'Tmbleweed Connection', con un riff che rivaleggia con quello utilizzato in 'Layla', di Eric Clapton. 

Eric Clapton e Love erano delle influenze celebri, così come Merle Haggard, sebbene in un genere musicale differente. 'Okie From Muskogee' di Haggard divenne familiare come un inno nelle dispute 'razzisti contro capelloni' dei tardi anni '60, e 'Texan Love Song' suona abbastanza come un tributo ad Haggard, l'importanza del quale fu confermata nel 1994, quando fu inserito nella Country Music Hall Of Fame. 'I'm Going To Be A Teenage Idol' fu ispirata dal fulmineo successo di Marc Bolan & T.Rex, popolari nei primi anni '70 così come i Take That a metà degli anni '90. Elton e Bolan erano amici, e John era la speciale guest star in un film con Bolan come interprete principale, girato dall'ex Beatle Ringo Starr. Il sound, vistosamente R&B, di 'Teenage Idol', 'Elderberry Wine' (distribuita come B - Side di 'Crocodile Rock', pezzo venduto a milioni) e 'Midnight Creeper', era provocato da un quartetto francese di corni. Elton più tardi ricordò: "I started experimenting with my voice on 'Don't Shoot Me'. 'High Flying Bird', for instance, was very Van Morrison - ish, and while I was singing 'Teacher I Need You', I thought of every Bobby Vee record I'd ever heard". Molti brani appariscenti, ma il più grande era 'Crocodile Rock', un nostalgico ritorno all'era del rock'n'roll con una scopiazzatura perfettamente appropriata e istantaneamente riconoscibile della hit di Pat Boone del 1962, 'Speedy Gonzales'.  'Crocodile Rock' fu immediatamente una hit nell'autunno del 1972 e il primo singolo di Elton ad aver venduto un milione di copie.  Egli ricordò: "I wanted it to be a record about all the things I grew up with. Of course it's a rip - off, it's derivative in every sense of the word". Essa fu seguita nel primo 1973 da 'Daniel', contrastantemente dolce, una seconda grande hit internazionale in sei mesi. Nel librettino del tribute album 'Two Rooms' del 1991, Bernie Taupin ammise che la canzone era stata ispirata da un articolo sulla rivista 'Newsweek' sui veterani del Vietnam: "I wanted to write something that was sympathetic to the people that came home", e aggiunse interessantemente: "It was supposedly sung by his (Daniel's) brother, who saw him leave". Ammise anche: "It is a song that is important to me, because it was the one thing I said about the Vietnam war", e la chiamò "the most misinterpreted song we've ever written. It's been interpreted as a gay anthem, a family feud song - there's no end to it".
'Daniel' include il sintetizzatore suonato da Ken Scott, che progettò anche le registrazioni sebbene le sessions, apparentemente, non erano senza problemi, come Elton notò: "The chateau wasn't the most technically wonderful studio, but there was something magical about it", abbastanza magico per lui da tornare infine lì a metà del 1973 per registrare l'LP successivo, 'Goodbye Yellow Brick Road'. Durante le sessions di 'Don't Shoot Me', fu registrata anche una nuova versione di un'antica favorita del repertorio di John e Taupin, 'Skyline Pigeon' (apparsa nell'LP debuttante di Elton, 'Empty Sky' del 1969, e vista come la canzone di maggior spicco di quest'album).  La nuova versione, che mette in evidenza Elton al pianoforte anziché al clavicembalo, fu distribuita come B - Side del singolo 'Daniel', ed é qui inclusa come traccia bonus. Bernie Taupin disse di 'Skyline Pigeon': "That's a song with a history" e la chiama "the first really good song that we ever wrote. I think it was a landmark as far as our writing was concerned - it was a good blend of lyrics and melody, and was also one of the first songs that we wrote that was covered. Roger Cook wanted to record it, and we obviously liked the song enough to re - record it, and I think it also turned up on a couple of live albums. Most recently, it turned up again, because at AIDS victim Ryan White's funeral, Elton played it, and if I'm not mistaken, there's a quote from it on Ryan's grave".
Altre tracce bonus qui comprendono 'Jack Rabbit' e 'Whenever You're Ready (We'll Go Steady Again)', entrambe distribuite sul retro del singolo 'Saturday Night's Alright For Fighting', incluso esso stesso nell'album 'Goodbye Yellow Brick Road'.  Nella compliation 'Rare Masters', distribuita nel 1992, Bernie Taupin dice che 'Whenever You're Ready' gli ha sempre ricordato il singolo 'Goodbye Yellow Brick Road', e fu denominata 'Screw You', ma per il pubblico americano il titolo fu cambiato in 'Young Man's Blues', anche se per il resto la traccia é identica.

John Tobler, 1995 (dalla versione rimasterizzata)
 
traduzione di Pierluca Turnone  (2008)

 

classifiche
Stati Uniti:    1° posto (per 2 settimane)
Inghilterra:    1° posto (per 6 settimane)
 Italia:    1° posto



 
 
 
 


Non sparate sul pianista Elton

40 anni fa, il 26 gennaio 1973, usciva il capolavoro di Elton John, “Don’t Shoot Me, I’m the Piano Player”. Lo celebriamo ripubblicando la recensione d’epoca di Rolling Stone Usa

Rolling Stone Italia     25 gennaio 2013

Di Stephen Holden

Visualmente, musicalmente e in ogni altro possibile senso, Don’t Shoot Me, I’m Only the Piano Player non è solo la più intrigante forma di intrattenimento che possiate sperimentare oggi, ma anche un passo in avanti verso la fase due della carriera di Elton John iniziata con Honky Chateau. L’essenza della sua personalità, dal vivo e nei dischi, è sempre stata un’esuberante innocenza, atteggiamento tipico di molte delle migliori star del rock&roll degli anni ’50 e dei primi ’60. Il problema di Elton John, dopo il successo del suo primo album, era trovare la direzione giusta, e fino a Honky sembrava che si stesse incamminando su una strada senza uscita. In Madman Across the Water, che ha chiuso la sua prima fase, l’eccessivamente ricca produzione di Gus Dudgeon e i testi alquanto oscuri di Bernie Taupin avevano creato una barriera tra Elton e il suo pubblico che aveva danneggiato il suo status di star. Honky Chateau è stato un disco sensazionale, un inaspettato ritorno e un trionfo sia del versatile professionalismo di Dudgeon e di Taupin sia dell’abilità a comporre armonie di Elton.

Don’t Shoot Me, I’m Only the Piano Player risulta così non solo buono, ma addirittura migliore del precedente disco. Il “cuore” dell’album è una serie d’immagini tratte da film americani che hanno lo scopo di divertire l’ascoltatore. Nonostante la presenza di commenti sociali, ad esempio, Have Mercy on Criminal, e Texan Love Song, il disco va visto come una pellicola stereoscopica capace di far variare la tensione emotiva tra un brano e l’altro. L’esempio migliore lo offre l’accattivante e intrigante hit Crocodile Rock. Più di successo di ogni precedente singolo, il brano riscopre lo spirito del rock fine anni Cinquanta, parodiandone lo stile (At the Hop e Runaway) e il travolgente buon umore tanto da trasformarsi nel miglior e più genuino prodotto musicale degli anni Settanta. La musica di Elton e i testi di Taupin s’integrano perfettamente, la canzone ha una struttura verso-coro molto tradizionale e la dizione, complessivamente, è semplice, piana e idiomatica e non ricerca la perfezione: “I remember when rock was young/Me and Susie had so much fun/Holding hand and skimming stones/Had an old gold Chevy and a place of my own”. Fantasie di adolescenti, molto esplicite e senza pregiudizio si trovano in Teacher I Need You e in I’m Going to Be a Teenage Idol, entrambe con lo stesso spontaneo brio di Crocodile Rock e uguale attitudine di gioioso ricordo per un semi-mitico passato. In Have a Mercy on the Criminal l’inventivo eclettismo del duo John-Taupin risulta più evidente grazie all’interposizione di un assolo chitarristico da Layla e al tipico spazioso arrangiamento orchestrale di Paul Buckmaster.

Il brano più coinvolgente, comunque, rimane quello di apertura, Daniel. Una vera gemma di virtuosismo tecnico è quando Elton si sdoppia suonando il piano elettrico e il registro flauto del mellotron, mentre Ken Scott sta al synth, i due usano i nuovi strumenti elettronici in una maniera così sorprendente come non mi è mai capitato di sentire fino ad oggi. La musica e la voce di Elton sono inusualmente tenere ed espressive e il testo di Taupin, in cui ricorda un aereo che portava via suo fratello maggiore, è delizioso e delicato.

Se Honky Chateau ha trasformato Elton John in uno dei principali contendenti per il titolo mondiale del campionato dei pesi gallo del rock&roll, Don’t Shoot Me, I’m Only the Piano Player dovrebbe assicurargli il titolo.


Elton and Bernie Taupin's music is given a superb graphic touch in this fancy package of expanded sounds. Elton's smooth voice and gentle piano on "Blues For Baby And Me" are starkly contrasted with a soulful sax undercoating and a new rhythmic sound on "Elderberry Wine." Multi-tracking and strings provide a broad, rich, well-executed produced sound. "Crocodile Rock" is the next to last cut on side two. 

Billboard, 1973


Visually, musically, and in every other way, Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player is engaging entertainment and a nice step forward in phase two of Elton John's career, the phase that began with Honky Chateau. The essence of Elton's personality, on record and in performance, has always been innocent exuberance, a quality intrinsic in most of the best rock'n'roll of the Fifties and early Sixties. Elton's only major problem after the success of his first album was finding the right direction for his talent, and until Honky the path chosen led up a blind alley. In Madman Across the Water, which closed phase one, Gus Dudgeon's overly lavish production and Bernie Taupin's often impenetrable lyrics ultimately created a barrier between Elton and his audience that severely endangered his star status. Honky Chateau was a sensational, unexpected comeback, as much a triumph of Dudgeon and Taupin's versitile professionalism as of Elton's musicality. Happily, Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player is as good, if not better than its predecessor. The heart of the album is a sequence of American movie fantasies whose chief aim is to delight. Though there is implicit social commentary in several songs, notably "Have Mercy on the Criminal" and "Texan Love Song," it is set forth as stereotypical movie fare, meant only to vary the emotive tension between episodes. In general, the most effective songs are the simplest excursions in fantasy-nostalgia. Typical is the irresistibly catchy and corny hit, "Crocodile Rock." More successfully than any recent single it recaptures the spirit of late-Fifties rock'n'roll, parodying styles ("At The Hop" and "Runaway") with such affectionate high spirits that the song emerges as a genuinely fresh artifact of the Seventies. Elton's tune and Taupin's lyric are ideally wedded. The song has a conventional verse-chorus structure and an overall diction that is casual and idiomatic without straining for precision: "I remember when rock was young/Me and Susie had so much fun/Holding hands and skimming stones/Had an old gold Chevy and a place of my own." Teenage fantasy, more explicit and without hindsight, is also the theme of "Teacher I Need You" and "I'm Going to Be a Teenage Idol," both of which have the same off-the-cuff buoyancy as "Crocodile Rock" and the same playful attitude toward a semi-mythic past. In "Have Mercy on the Criminal," the inventive eclecticism of John-Taupin is especially striking with its interposition of guitar figuration from "Layla" and a typically spacious orchestral arrangement by Paul Buckmaster. The album's most moving cut, however, is the opener, "Daniel." A gem of technical virtuosity, it has Elton doubling on electric piano and "flute" mellotron and Ken Scott on synthesizer, together making as deft use of the new electronic instrumentation as I've heard. Elton's melody and vocal are unusually tender and expressive, and Taupin's lyric, in which he recalls watching a plane carrying away his older brother, is exceptionally lovely. If Honky Chateau established Elton John as a leading contender for the bantam-weight championship of rock & roll, Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player should hand him the title. 

 Stephen Holden, Rolling Stone, 3-15-73



da All Music Guide


Elton John became a true superstar with 1972's Honky Chateau. He followed that album with Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player, his most direct, pop-oriented album to date. Designed as a pastiche of classic and contemporary pop styles, the album almost sounds like an attempt to demonstrate the diversity of the John/Taupin team. Though the hits are remarkable -- "Daniel" is a moving ballad and "Crocodile Rock" is a sly take on '50s rock & roll -- the album is slightly uneven. Several of the album tracks, particularly the knowing "I'm Gonna Be a Teenage Idol" and the rocking "Elderberry Wine," are as strong as anything John had recorded, but there are too many melodies that simply don't catch hold. Nevertheless, the singles were strong enough to keep the album at the top of the charts, and at its best, it is a very enjoyable piece of well-crafted pop/rock. [The CD reissue includes the bonus tracks "Screw You (Young Man's Blues)," "Jack Rabbit," "Whenever You're Ready (We'll Go Steady Again)," and the piano version of "Skyline Pigeon."]

Stephen Thomas Erlewine 

 
 
 
 shoot


anno/label 1972 - DJM in UK, MCA in USA 
produzione Gus Dudgeon
arrangiamenti orchestrali Paul Buckmaster
studio Strawberry Studios, Herouville, Francia
musicisti Nigel Olsson: batteria e cori; Dee Murray: basso e cori; Davey Johnstone: chitarre e cori; Elton: organo, piano
note il disco della decisa svolta verso un pop più leggero, grande titolo e grande copertina.
il titolo è un omaggio a "Shoot The Piano Player" film del famoso regista francese Francois Truffault