logo
indice alfabetico - site map  I  immagini  I  articoli  I  elton in italy  I  testi in italiano  I  musicians & co.  I  concerti  I  discografia
 
forum  I  news   I  biografia  I  early days  I  friends I links  I  aggiornamenti  I  newsletter  I  contatti  I  varie  I  rarità  I  home
album I album secondari I recensioni dell'album

Elton John
The Diving Board

The diving board


"Quickest record I've ever made.  I'm as psyched about it as I was with The Union, as I said with The Union, I had to go back to go forward, and it's the same with this record."


Dopo vari rinvii e una nuova session di registrazione, il nuovo album di Elton è annunciato in uscita per il prossimo settembre (il 16 in Europa e il 24 negli Stati Uniti).
Il titolo, che sembrava dovesse variare im Voyer, è ritornato ad essere The Diving Board ed è prodotto, come The Union, da T Bone Burnett.

Registrato su suggerimento di Burnett con i soli piano, basso e batteria, un ritorno al sound del primo trionfale tour del 1970, con Dee Murray e Nigel Olsson!
Al basso questa volta troviamo Raphael Saadiq, richiesto espressamente da Elton e Jay Bellerose (già in The Union) alla batteria.
L'idea di Burnett ha fatto accendere l'ispirazione ad un inizialmente svogliato Elton John che, in soli due giorni ha composto sei canzoni delle dodici da cui sono state tratte le originali dieci tracce che dovevano essere contenute nell'album, diventate poi tredici nella versione definitiva.
La presenza di un chitarrista, Doyle Bramhall, è prevista in sole due tracce.
Appare evidente, ancora più che nel disco precedente, l'idea di Burnett di riportare indietro nel tempo Elton, alle sue vere origini, quelle del 69/71, prima dell'era da superstar, lo spirito catturato nel live 17-11-70.
Pare che Burnett abbia sollecitato Elton anche per portare l'album in giro per un tour mondiale con gli stessi musicisti che hanno partecipato alla registrazione.

Ci saranno diverse versioni: il CD standard, una De Luxe edition con bonus tracks, un doppio vinile e un box contente tutti l'LP, il CD De Luxe, un DVD (DVD Elton John The Diving Board, Live From Capitol Recording Studios
1. T Bone Burnett introduction, 2. The New Fever Waltz (live from Capitol Studios), 3. Mexican Vacation (Kids In The Candlelight) (live from Capitol Studios), 4. Home Again (live from Capitol Studios), 5. Behind The Diving Board with Elton (Interview from Capitol Studio Performance), 6. End credits) e un libro fotografico.






Da Rockol del 15 marzo 2012

15 mar 2012 - Si intitola "The diving board" e raggiungerà i negozi nel corso del prossimo autunno il nuovo album in studio di Elton John, il primo da "The union" (realizzato con Leon Russell) del 2010: il disco, che include dieci canzoni, è stato prodotto da T Bone Burnett e suonato, oltre che dall'artista di Pinner, da Raphael Saadiq al basso e Jay Bellerose (già al lavoro su "The union" e in passato già alla corte di John Mellencamp, Ray LaMontagne, Robert Plant e Alison Krauss) alla batteria, con il supporto del chitarrista Doyle Bramhall su due brani. "E' l'album più eccitante che abbia registrato da molto tempo a questa parte", ha dichiarato John, che ha fissato su nastro le nuove composizioni - sei delle quali scritte in soli due giorni - a tempo record in uno studio di Los Angeles: "All'inizio non ero convinto di voler tornare in sala di registrazione così in fretta: ero in vacanza, e non avevo intenzione di fare una cosa del genere. Poi mi sono detto: va bene, torniamo in studio. Se non dovesse funzionare, pazienza...". Poi, contrariamente alle aspettative, la svolta: "Una volta arrivato in sala le canzoni hanno iniziato ad affiorare da sole: è stato il disco dalla realizzazione più rapida che abbia mai registrato". Merito anche dei collaboratori: "Avevo proprio voglia di lavorare con Raphael: è un bassista eccezionale, capace di suonare qualsiasi tipo di musica. Adoro i suoi album".

"Sono eccitato da questo album come lo ero per 'The Union'", ha dicharato John: "E così come per 'The union' ho dovuto guardare al passato per proiettarmi verso il futuro, la stessa cosa ho fatto per 'The diving board'".


da Rolling Stone di febbraio 2013


Elton John, disco rimandato


Non più "Voyeur": "The Diving Board" esce a settembre. Le canzoni del sorprendente nuovo lavoro ascoltate in anteprima dall'inviato di RS. Che le racconta così
Di Gavin Edwards

“Non sono quel tipo di artista che viene suonato molto alla radio”, dice Elton John in uno studio della zona ovest di Los Angeles, mentre spiega il motivo per il quale ha deciso di presentare le canzoni del suo prossimo album, The Diving Board, con uno showcase. Se l’affermazione può sembrare assurda detta dallo stesso artista che ha avuto 59 successi da classifica nei soli Stati Uniti, è anche vero che l’ultima volta che è successo risale al 1999, grazie a un duetto con LeAnn Rimes. Ed è improbabile che torni in alta rotazione con le canzoni The Diving Board, che pure è il suo disco migliore in anni recenti. Con l’incoraggiamento di T-Bone Burnett, John è tornato agli arrangiamenti per piano/basso/batteria dei suoi primi album, con il risultato che il disco, minimale, suona come un western in CinemaScope. Un esultante John lo ha descritto così: “Ha tutto quello che amo nella musica americana: il gospel, il soul, la musica country”.

La maggior parte dell’album è stata registrata nel 2012, dopo di che John lo ha messo via per un po’, impegnato com’era con altri progetti (compreso il disco di remix con Pnau, Good Morning to the Night, che l’anno scorso ha sbancato in Inghilterra). Libero dal pensiero di una scadenza, John è stato felice quando ha potuto riprendere in mano la lavorazione del disco con rinnovata energia e creatività, nove mesi dopo. A gennaio scorso, ha scritto alcune nuove tracce, e si è buttato in un secondo ciclo di session, rimandando il disco al mese di settembre, con un totale di cinque giorni passati in studio di registrazione. Tenere il disco fermo per un po’ ha significato “essere in gradi di spolverarci su dello zucchero”, dice oggi John, “di “eltonizzarlo”. E lo ha fatto oscillare tra titoli: intitolato inizialmente The Diving Board, il disco si è poi chiamato Voyeur per poi ridiventare The Diving Board.


Dietro al mixer dello studio, in tuta da ginnastica Adidas e scarpe da corsa Nike senza calzettoni, Sir Elton ascolta con attenzione il suo stesso disco, stringendosi le mani, tenendo il tempo coi piedi, addirittura facendo finta di dirigere un’orchestra quando in una canzone fanno la loro comparsa dei violoncelli. Fra i momenti migliori dell’album, c’è Oceans Away, una ballata malinconica sui soldati caduti in servizio; My Quicksand, un pezzo in stile cabaret e un racconto sulla decadenza (il testo recita “I went to Paris once / I thought I had a plan / I woke up with an accent”); il boogie woogie di Mexican Vacation (Kids in the Candelight). E infine, e soprattutto, la traccia che dà il titolo al disco, sulla distanza vertiginosa tra sogni adolescenziali e successo in età adulta: potrebbe fermare il mondo per cinque minuti.

Il collaboratore di lunghissimo corso di John, Bernie Taupin, ha scritto testi per tredici canzoni, mostrando come al solito come gli vengano facili sia doppiette di versi molto evocative (“You’re the diner in my rear view / A cup of coffee getting cold”) che dei momenti di verbosità fin troppo carichi (una canzone parla di Oscar Wilde che esce di prigione); John ha anche improvvisato tre brevi brani solo strumentali. “Questo è il lavoro più pianistico che abbia mai fatto”, dice, sembrando mediamente stupefatto. Raphael Saadiq ha suonato il basso, Jay Bellerose la batteria. Altri ospiti includono Doyle Bramhall II e lo stesso T- Bone Burnett alla chitarra, e la leggenda di casa Motown Jack Ashford alle percussioni. “Su A Town Called Jubilee, ha usato lo stesso assetto che ha usato su What’s Going On di Marvin Gaye!” ha esclamato John, ammirato.


Home Again è una ballata carica di desiderio che sembra racchiudere in sé l’intero disco: note al pianoforte che cadono dall’alto come cascate battesimali, mentre John canta della sua voglia di ritornare a casa. Quello che rende The Diving Board più di un esercizietto in nostalgia è che suona come un ritorno alle radici. “Questo è l’album che avrei dovuto fare dopo The Union, dice con riferimento alla collaborazione del 2010 con Leon Russell, anch’esso prodotto da Burnett. “È il disco più adulto che potessi fare a quest’età. Finirò a 80 anni a suonare all’Holiday Inn”.